Aggiornamenti dal fronte vita

Nella cerchia delle persone che conosciamo c’è quel 90% che “ciao come stai”?
Che io li sterilizzerei tutti per evitarne la riproduzione. Sono odiosi.
Che insomma, che domanda è “come stai?”. “Ma sai a parte le transaminasi alte e un principio di colite tuttapposto grazie”.
Facciamo quindi, che quando ci incontreremo ci saluteremo con una formula originale ma non “ciao come stai”. Può andar bene anche “ma come diavolo ti sei fatta i capelli” o “hai comprato le scarpe a una svendita di Moira Orfei?” ma non quella frase lì.
Mi raccomando.

cit-andy-roddick-vita

Che poi come sto ve lo dico lo stesso, ma a modo mio.

Da un po’ di mesi a questa parte tutto scorre molto veloce.

Ogni mattina ascolto Tutto Esaurito su Radio 105 e i tweet de #seilbuongiornosivededalmattino e in macchina, nel tragitto casa-scuola-ufficio rido, rido molto, da sola perché dipingono perfettamente i miei inizi di giornata tragicomici. E per evitare che chi mi vede pensi che abbia fatto colazione con latte e lsd, metto gli auricolari e fingo di essere al telefono con qualcuno.

Le giornate cominciano e finiscono nello stesso modo: rispondendo o scrivendo mail.
Questa è una cosa che mi piace un sacco.
Scrivo mail alle 7.00 del mattino e a mezzanotte. Ho solo l’accortezza di programmare l’invio qualche ora dopo per i rischi di cui sopra.

Vado in giro con una borsa che è una succursale dell’ufficio e dall’inizio dell’anno ho beccato un palo dell’energia elettrica, uno di un segnale di dare precedenza e una storta scendendo da un marciapiede (li conto, sì). Ovviamente perché pensavo a digitare sullo smartphone anziché guardare la strada come fanno le persone normali. Sono anche stata soccorsa da un passante che folgorato dallo spirito del buon samaritano, voleva chiamare il 118 e farmi portare via in barella che “non si sa mai, metta che abbia un leggero trauma cranico?”.
Probabilmente era lui ad aver fatto colazione con latte e lsd, io avevo solo messo male il piede e fatto un triplo carpiato variegato dal marciapiede all’asfalto.

Succedono cose, nascono pensieri e idee.

E nel frattempo ho quattro-giorni-quattro per preparare una festa per un evento nanesco. Una cerimonia religiosa che di solito nessuno festeggia ma Francesco mi ha fatto gli occhi a salamino mentre mi chiedeva di poter fare una mini festa. E una festa con apericena si nega mai a nessuno? No. Solo che ho fatto l’errore di coinvolgere Elena Galli che, la conoscete, è una persona che non ama festeggiare e se lo fa è discretissima. Certo.
Insomma ho tremila cose (bellissime che ha, appunto, realizzato Elena) da stampare e ritagliare, e almeno venti idee di come apparecchiare la tavola.
Forse posso farcela.

La sfera professionale va.
Ok, va bene e sono molto soddisfatta. Solo che è ormai diventata inscindibile da quella privata. Smanetto sullo smartphone e sul tablet in ogni dove e in ogni momento e anche se a me piace, ad altri no. Ma non è un mio problema vero?
Novità molte, voglia di fare tantissima, tempo frazionato in maniera certosina per ogni attività, soddisfazione a livello “si può fare di più” (non mi sentirete mai dire di essere completamente soddisfatta).

Parliamo di beltade (come sono poetica nevvero?).
Sto testando dei nuovi prodotti hi tech beauty di cui presto vi parlerò e il #readyforsummer program va bene (tranne che per motivi di tempo ho dovuto sostituire la corsa con l’elettrostimolatore, ma non ditelo a nessuno). In più sono in arrivo tante ricettine estive che non potranno non piacervi.

Momento mamma: i piccoli non sono più tanto piccoli e fra un mese e mezzo sarà la volta delle feste di compleanno e decorazioni da preparare.
Fa strano che stiano acquisendo una certa autonomia in molte cose (vestirsi, farsi il bagnetto…) e con Francesco che compirà dieci anni grandi cambiamenti e piccole commissioni da fare da solo ogni tanto, oltre che la completa autonomia nei compiti a casa (ora studia l’orale con gli schemi: starò esagerando?).
Loro crescono e io mi godo i loro progressi cercando di comprenderli, parlarci, affrontare anche i tabù e costruirgli quelle ali di autostima che gli consentiranno un giorno, di spiccare il volo. Non c’è un test che mi dica se sto facendo le scelte giuste, per ora il mio istinto dice di sì. Spero non abbia il gps rotto.

Parentesi vita chiusa.
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Commenti

  1. elisir73
    elisir73 30 Aprile, 2014, 12:25

    ciao, come stai?! 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

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  2. mara
    mara 30 Aprile, 2014, 10:27

    Bello quando ci parli della tua vita oltre al lavoro. Divertente immaginarti quando cammini e scrivi senza guardare dove vai!!

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