Infertilità e sterilità: madre, non madre

Infertilità e sterilità.
Ho due figli e, solo per questo, non dovrei neanche nominarle quelle due parole così assordanti. Invece, per quasi un anno le ho sentite sparate su di me. Puntarmi come se fossi il bersaglio del tiro con l’arco e colpirmi dove nessun dolore può arrivare se non quello della delusione.
E ho vissuto il loro significato anche dalla prospettiva più alta ma anche più vicina. Quella che ti fa vedere qualcun altro soffrire e ti lega le mani impedendoti di fargli versare altre lacrime e di attorcigliarsi sul proprio dolore come fosse filo spinato. Ho ascoltato il rumore del silenzio che seguiva a ogni test di gravidanza negativo e gestito la sensazione di voler abbandonare questo corpo e avere la possibilità di ricominciare daccapo. Perché io? Perché a me?
Poi una diagnosi. Una risposta. Un intervento chirurgico. Un test positivo. Poi un altro.
E sono mamma, ma non dimentico.
Quando mi è arrivata quella mail nella quale mi si chiedeva di leggere un libro e di recensirlo, ho letto il titolo, l’ho googlato, ho letto la quarta di copertina e non ho saputo dire di no. Dovevo leggerlo.
Quel libro è Madre, non madre – Constance Hoenk Shapiro.

Infertilità e sterilità

Infertilità e sterilità: madre, non madre e cosa penso dopo averlo letto

Ho cominciato a leggerlo venerdì sera e sabato pomeriggio era già catalogato fra quelli da rileggere.

Questo libro è scritto per le donne che:
• vengono travolte dall’ansia quando scoprono di non riuscire a rimanere incinte;
• non trovano qualcuno di cui fidarsi per parlare dell’infertilità propria o del partner;
• hanno un calo di desiderio nella vita sessuale se il calendario per la gravidanza (giorni fertili ecc.) diventa quasi una scadenza di lavoro;
• sono single o lesbiche e vogliono avere un figlio;
• hanno vissuto sulla propria pelle un’interruzione di gravidanza;
• soffrono perché l’intera loro vita è condizionata dalla lotta all’infertilità e faticano ad affrontare nuove sfide.

Questo libro ti accende tante domande e, tramite la condivisione di centinaia di storie, ti regala tante risposte. Soprattutto perché è scritto da una mamma che ha faticato per diventare tale.

Quando, ormai diversi anni fa, sono stata costretta a imbarcarmi nel difficile viaggio alla ricerca di un figlio, mi sono sentita completamente perduta. 

Ed è una donna che non ha cancellato il dolore di quei mesi con il successo post sala parto. Ma è una consulente di fertilità che continua ad aiutare le coppie alla – disperata – ricerca di una gravidanza. Perché quello che si crea nell’attesa, a volte, ha il potere di alterare anche le relazioni sociali.

 Sia che le amiche incinte si mettano a farfugliare qualche parola sui corsi preparto sia che mantengano un silenzio imbarazzato nello sforzo di rispettare il dolore dell’amica, la vita delle donne è più legata di quella degli uomini ai ritmi di concepimento, gravidanza, nascita e cura dei bambini. Ed è inevitabile che l’assenza di tutto ciò provochi un senso viscerale di perdita.

Perché è come quando hai un ritardo e non vorresti essere incinta. Accendi la tv e c’è Brooke che abbraccia Ridge perché hanno appena scoperto che avranno un bambino. Cambi canale e la pubblicità dei pannolini inonda la stanza. Ritenti, ma non sei più fortunata. È una congiura. E lo è anche quando vorresti incontrare solo donne single e invece il mondo è invaso da donne simil marsupiali con bimbo incorporato – appena nato o che ancora deve abbandonare la navicella madre.

Le donne con bambini sono ovunque: nella casa accanto, in ufficio, in chiesa, alle riunioni di famiglia.

E proprio le riunioni di famiglia sono il peggio. Quando anche se indossi una maschera prima o poi qualcuno se ne accorgerà. E vorresti poter gioire per un annuncio di nascita, invece dentro muori.

Sono tutti pronti a condividere la sua gioia ma solo il pochi sembrano capire il mio dolore. 

Finché non crei uno scudo per le emozioni e uno per le persone. Ed eviti luoghi, momenti, feste e riunioni.

E così faccio amicizia solo con donne single, in menopausa, o con le tube legate. Non è una vera follia?

E si, ti senti un’alienata. Quasi pazza. A tratti sociopatica. Ma fa meno male del pensiero di perdere qualcosa che non hai mai avuto che ti si rinfaccia ogni volta che vedi una mamma con il proprio bambino.
Se i primi a rovinarsi sono i rapporti con persone che puoi provare a evitare, una dead line può arrivare anche per il rapporto di coppia che si consuma intorno a strategie di riproduzione cancellando passione e romanticismo.

Penserete che l’infertilità vi abbia portato una doppia sfortuna: non solo vi sentite incapaci di concepire un figlio senza un intervento medico, ma adesso avete anche la sensazione che il vostro ginecologo sia seduto sul bordo del letto e vi controlli nei momenti di intimità.

La fase di buio che ingoia luce e colori è l’ultima. Poche cose hanno importanza ma ci si sente sospesi in un limbo temporale dal quale non si vede l’orizzonte.

Passerete un mucchio di tempo ad aspettare, e nel frattempo non potrete avanzare di carriera, accettare nuove sfide né mettere da parte soldi per via delle spese sanitarie.

Il futuro si coniuga al presente. Anche se si tratta di sei mesi o di più anni, la sensazione non cambia.

Eravamo convinti di tenere in pugno il nostro destino, finché non siamo finiti nel disastro dell’infertilità.

All’improvviso ti rendi conto di quello che stai diventando e decidi di non darla vinta ai venditori di dolore. E reagisci. Metabolizzi i fatti e trasformi il risultato in amore. Per te stessa o per qualcuno che decidi possa meritarlo. Che sia ora o che sia poi.
E tutto tornerà a colorarsi grazie a quel raggio di sole che lascerai filtrare senza arrotolare il cielo come fosse un poster.

Ho ritrovato in questo libro molto della mia esperienza di ricercatrice della maternità e, anche se mescola bene consigli tecnici e esperienze reali, mi ha fatto emozionare e piangere. È servito forse a dare un senso ad alcuni pensieri e ad archiviarli del tutto sotto la voce esperienze che ti cambiano.
In bocca a lupo a voi che siete alla ricerca di quel qualcuno che raccoglierà il vostro amore.

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Commenti

  1. Anonimo
    Anonimo 8 Maggio, 2018, 13:46

    Sono di 37 settimane ed aspetto una bambina! Ci sono voluti 26 mesi per poter vedere un test positivo è più di un anno di pianti, esami, visite anche molto invasive e operazioni….siete giovani, siete sani, non ci sono impedimenti, non vi resta che la Pma ma non è detto che funzioni…beh il mese prima di cominciare il percorso di Pma test positivo…mi sento fortunatissima ma il percorso fatto non lo scordo, anzi ancora adesso quando amiche restano incinte al primo colpo e si lamentano anche perché speravano di avere più tempo per abituarsi all’idea, quei 26 mesi tornano alla mente e fanno male! Il cuore avrà sempre questa cicatrice e anche se presto sarò mamma sarò sempre infertile e questa esperienza non la dimenticherò mai e non dimenticherò mai che mi ha profondamente cambiata!

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    http://mp3filesdownload.com/cheapest-car-insurance-for-bmw.html 4 Giugno, 2016, 02:08

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  3. Silvia pensierifashion
    Silvia pensierifashion 28 Settembre, 2012, 16:41

    Anch’io sono mamma ma a volte non è semplice realizzare il sogno di diventare madre, anche per me è stato così! Silvia

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  4. Moonlitgirl
    Moonlitgirl 6 Agosto, 2012, 11:18

    Non ho mai avuto problemi a concepire….ma so quanto e’ meraviglioso mettere al mondo i figli…..quindi non posso che essere vicina a chi ha sofferto per aver un bambino e avere la pelle d’oca al solo pensiero di vivere un’esperienza così forte. Avete tutte la mia stima. Siete donne forti!!!

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  5. Anonymous
    Anonymous 4 Agosto, 2012, 19:07

    A Settembre vorrei leggerlo, già queste piccole parti riportate mi sono sembrate così vere!
    Il matrimonio e subito il primo figlio, non cercato neanche, poi l’aborto spontaneo quasi al 5° mese, quel sentirti un alieno… Un intervento, poi un altro… Mi sono ritrovata nel giro di un anno con un parto ed una cicatrice da taglio cesareo ma entrambe le volte sono tornata a casa senza bambino… La ricerca spasmodica, quel dolore profondo e fortissimo, poi una strada nuova: l’adozione. Attesa, ricerca e speranza e poi la mia principessa arrivata a pochi giorni dalla nascita che dorme di là nella sua culla! Tutto si è ridimensionato ma non si dimentica!

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  6. sorairo
    sorairo 1 Agosto, 2012, 15:01

    sarebbe bello sia per le mamme con problemi fertili riuscire ad avere un figlio che aiutare molti bimbi in difficoltà, sapendo priam che serve un gran percorso interiroe per essere pronti.

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  7. Anonymous
    Anonymous 1 Agosto, 2012, 12:09

    …”dopo” siamo bravissime a tenere tutto sotto al tappeto!!! questo post mi obbliga a riflettere sul fatto che il “prima” per me è durato 6 anni…… di distruzione emotiva e anche fisica, i soldi sono davvero la meno, dove i rapporti con tutti, in primis con il partner, diventano labili come carta velina! non è l’egoismo di donna che viene ferito, è l’anima pura che perde collocazione… Non c’è niente da fare: ancestralmente siamo animali da riproduzione…e quando questo non può avvenire, al di là dei vari sensi di colpa e di come vengono vissuti, succede proprio che perdiamo le nostre finalità in questo viaggio…, in questo mondo… che vogliamo ammetterlo oppure no, siamo perse!!! Dopo 6 anni… ho iniziato il percorso dell’adozione, non l’ho fatto prima perchè ritengo che finchè non si è davvero sicure che quel tappeto non si alzerà mai più, si rischia di avere un pargolo in casa e di iniziare a fantasticare su come sarebbe stato il tuo… ci sono corsi su corsi psico terapici in merito. Diventa una forma di protezione dovuta, proprio nei confronti di coloro che sono meno fortunati e che hanno bisogno di STABILITA’ e di AMORE. Cose che vengono inevitabilmente a mancare durante il “prima”! Sono molte le adozioni che non vanno a buon fine e i bambini…vengono rispediti al mittente…, pensate con quale devastazione! Poi …sulla porta del tribunale, come nelle migliori storie…, è arrivato il mio cucciolo! Splendido, meraviglioso, unico! Ma non dimentico… MAI! Anche se il secondo (che desidererei tra un po’) arrivasse senza problemi, così giusto per beffa,(anche perchè tra altri 6 anni…, potrei quasi essere nonna!!!) non posso dimenticare! Il tappeto lo puoi buttare…, ma ciò che hai messo sotto ti appartiene e rimane incollato alle pieghe del cuore…finchè morte non ci separi! Non avevo mai buttato fuori queste parole, erano tutte nel mio cervello…, da anni! Interessante pensare che qui, in questo spazio, sia riuscita farlo! Forse semplicemente ero pronta… Grazie…
    Silvia

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  8. sorairo
    sorairo 1 Agosto, 2012, 07:51

    Deve essere un bel libro. Per come sono fatta io, soldi o meno, avrei tentato la strda dell’adozione. Perseverare, nel mio caso, lo vedrei come egoismo. prima della gravidanza percepivo come sarebbe stata ed in gravidanza mi sono sentita completa e presto spero in un secondo tentativo per cui non mi popngo problemi.
    Ma se non avessi potuto avrei provato con l’adozione. O affidamento. Tanto spendere devo spendere no? Aspettare devo aspettare e la riuscita non è certa.
    Ho vissuto in case famiglia e ho solo letto sugli orfanotrofi, ma solo l’esperienza della casa famiglia mi ha fatto vedere tanti di quei ragazzi sofferenti se non rotti dentro che piuttosto avrei cercato di aiutare uno di loro ad uscire da quel baratro di dolore che la sua esistenza e la sua ” famiglia naturale” han creato attorno s lui/lei/loro.
    Poi so già che se non fosse stato possibile e avessi pensato all’assistenza il mio compagno avrebbe detto no per i motivi di cui sopra. E sarei stata d’accordo. Con tutto che lui non ha esperienza su pelle come me.
    Però avendo vissuto la gravidanza…Non demonizzo chi tenta. Io anche se un pensiero lo avrei fatto. ho vissuto la gravidanza, nei mille cambiamenti è meraviogliosa, soprattutto se desiderata. Ma Mi piacerebbe pensasse anche a chi poco frotunato. Il figlio non è fatto solo dai propri geni, ma dal genitore.

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    • bismama 2.0
      bismama 2.0 1 Agosto, 2012, 12:20

      Qualcuno mi diceva sempre: “non è mamma chi partorisce ma chi cresce”. In realtà credo avesse ragione, però si arriva a questa consapevolezza solo dopo un lungo e doloroso percorso. Come dice Silvia/anonimo qua giù, siamo animali e istintivamente dobbiamo riprodurci. Se scegliamo noi di non farlo è un conto ma se ci viene impedito è come se venissimo mutilate psicologicamente. L’adozione è un atto di amore incondizionato che mi fa ammirare chi sceglie di metterlo in pratica.

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    • Moonlitgirl
      Moonlitgirl 6 Agosto, 2012, 11:15

      Sorairo e’ bello quello che hai scritto….a volte ci dimentichiamo di tanti bambini che aspettano solo due braccia che li accolgano. Mettere al mondo un figlio e’ la cosa più bella del mondo….ma a volte bisogna abbandonare il desiderio altruisticamente parlando. Mi riferisco a chi pur di soddisfare tale desiderio arriva a situazioni che non condivido come mettere al mondo un figlio a 50 anni. Non lo condivido. No. Diventa una forma di egoismo. Quando tuo figlio sarà adolescente tu avrai quasi 70 anni…..

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  9. mammadifretta
    mammadifretta 31 Luglio, 2012, 23:21

    Le donne con bambini sono ovunque: nella casa accanto, in ufficio, in chiesa, alle riunioni di famiglia.

    E proprio le riunioni di famiglia sono il peggio. Quando anche se indossi una maschera prima o poi qualcuno se ne accorgerà.

    L’ho vissuto da una prospettiva diversa, ma forse neanche tanto, Ed è semplicemente terribile-
    kiss

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  10. MammainblueJeans
    MammainblueJeans 31 Luglio, 2012, 20:03

    non ho mai avuto problemi a concepire.. ma intorno a me ho tante amiche che non ci riescono. e spesso la più imbarazzata sono io, come se la mia pancia abitata sia una colpa.

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  11. GialloComeLuce
    GialloComeLuce 31 Luglio, 2012, 17:09

    io da gennaio passo da bustine a pastiglie a gambe all’aria. ho cosi paura che possa non succedere mai..e altaleno momenti di “ma si ce la facciamo” a momenti di “non avremo mai questa gioia”..

    Vorrei vedere nel futuro..

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  12. ero Lucy
    ero Lucy 31 Luglio, 2012, 16:01

    Bravissima, Bismama. Eccome se c’e’ bisogno di parlare di quest’argomento. Io non smetto mai di farlo, anche se, “dopo”, ce l’ho fatta, come te. Bacio.

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  13. piccola mamma
    piccola mamma 31 Luglio, 2012, 14:51

    devesser unlibro che ti impone di porti davvero molte domande.. io.. ho un figlio per ora.. che è arrivato all’improvviso.. ma.. ho proprio paura di cercar il secondo perchè ho paura che tardi ad arrivare.. per svariati motivi. il mio compagno aveva problemi agli spermatozooi, poi si è arrivato dany ma gli avevano detto che con il passare degli anni sarebbe potuto diventare sterile.. quindi.. non so..! ma il pensiero mi terrorizza.

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    • bismama 2.0
      bismama 2.0 31 Luglio, 2012, 14:59

      Non ti impone di porti domande ma vengono fuori anche se le vuoi nascondere sotto al tappeto. E secondo me a un certo punto fa anche bene porsele.

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  14. mamma lettrice
    mamma lettrice 31 Luglio, 2012, 14:12

    Grazie per questo post.
    Quando si perdono dei figli, o questi non arrivano, si vive una forma di lutto che, spesso, non ha alcuna modalità di “riconoscimento” sociale. Nessun rito col quale esorcizzare il dolore. Per questo accolgo sempre con sollievo pubblicazioni e quant’altro che ne parlino.

    Un abbraccio!

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  15. Laura
    Laura 31 Luglio, 2012, 13:46

    grazie per la segnalzione, in parte ci sono passata anch’io e quello che tu dici è tutto vero. Quando sei alla ricerca di un figlio e pensi di non poterne avere vivi alienata da tutto e da tutti perchè la tua testa ha un solo ed unico obiettivo e da li a cedere alla tristezza è un attimo! Lo leggerò! ciao

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  16. mafalda
    mafalda 31 Luglio, 2012, 12:58

    Conoscerai senz’altro il blog di Nina cerca.
    Io sono rimasta incinta appena l’ho deciso, ma sono arrivata dopo anni di tentativi dei miei genitori, quando ormai avevano perso le speranze e quando le diagnosi erano superficiali.
    Riguarda tutte le donne, o almeno così dovrebbe essere.

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  17. Alem
    Alem 31 Luglio, 2012, 12:56

    Io ho due figli. Adesso.
    Io non posso, non potevo avere figli. Una attesa di 5 anni.
    La nana è arrivata dopo 5 tentativi di fecondazione assistita, una quantità indefinita di aborti.
    Il piccolo spontaneamente, con una tuba sola e l’altra che è riuscita magicamente a funzionare, e poi la nascita prematura, la tin e bla bla bla.
    Io soffro ancora per quei silenzi. Soffro ancora per gli sguardi pieni di pietà e compassione e per quelli senza solidarietà, che se sei infertile le donne ti scansano, perchè non immaginano, perchè non sanno gestire chi non è riuscita, chi non riesce.
    Io ho due figli, e sono infertile, lo saro’ sempre.
    Lo leggo.

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  18. Alice
    Alice 31 Luglio, 2012, 12:52

    per anni ho pensato di non poter avere figli ma non me ne sono mai fatta un problema. avevo mille altre cose a riempirmi la vita e stavo bene cosi.
    poi è arrivato il nanetto, e ora le cose che mi riempiono la vita sono mille e una 🙂
    l’infertilità (che credevo di avere) non l’ho mai vissuta come un problema e non riesco a capire chi ne fa un dramma. non voglio sminuire il problema ma avendolo vissuto diversamente non arrivo a capirlo.
    punti di vista.
    no, non credo che leggerò questo libro.

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    • mamma lettrice
      mamma lettrice 31 Luglio, 2012, 14:15

      Alice, mi spiace che tu non riesca a capire “chi ne fa un dramma”. Vedi, non è un dramma “che si fa”, come se fosse costruito dalla mente. E’ un dramma che si vive, autentico. La tua esperienza è diversa, però adesso sei madre e ciò potrebbe aiutarti a comprendere cosa sarebbe la tua vita senza quelle mille ed una cose che la riempiono grazie a tuo figlio.

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    • Alice
      Alice 31 Luglio, 2012, 15:23

      non ci siamo capiti: la mia vita era già piena di mille cose, mio figlio è stato la mille-e-uno.
      durante gli anni in cui pensavo di non poter avere figli non ho mai pensato “perchè a me?”, non ho mai avuto la sensazione di avere il ginecologo nel letto, non ho mai tagliato i ponti con chi aveva figli, non ho mai rinunciato a progetti per pagare cure mediche, non ho mai considerato l’infertilità un disastro. se non avessi avuto figli per me non sarebbe stato un problema.
      non metto in dubbio che per qualcuno possa essere un dramma autentico, ma per me non è stato cosi. non posso comprendere la situazione di chi la vive in maniera diversa da me, al massimo posso immaginarla.
      ho molto rispetto per i sentimenti altrui ma la mia esperienza è stata un’altra. e non credo tu abbia nulla di cui dispiacerti.

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    • Anonimo
      Anonimo 25 Novembre, 2013, 16:08

      Sei una persona orribile non parlare di quello che non sai.non hai mai voluto veramente diventare madre . Io sofro tantissimo e leggere quello che hai scritto mi fa stare peggio.

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  19. Lavinia
    Lavinia 31 Luglio, 2012, 12:41

    ciao, quale intervento chirurgico? io sono alla ricerca da sette mesi, dice la gine che va tutto bene ed e’ questione di tempo, ma difficilmente riesco a mettermi calma non sapendo quando e se sarà…

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  20. serenamanontroppo
    serenamanontroppo 31 Luglio, 2012, 12:26

    Grazie per la segnalazione, senz’altro un libro da leggere.
    Conosco le sensazioni che tu descrivi per averle provate nel lungo percorso che ha preceduto il concepimento della mia piccolina e perchè le sto rivivendo adesso alla ricerca del secondo figlio.

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  21. Anonymous
    Anonymous 31 Luglio, 2012, 12:21

    Non sono alla ricerca e non sono mamma ma mi hai fatta commuovere. Grazie.

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  22. verdeacqua
    verdeacqua 31 Luglio, 2012, 11:20

    Grazie lo leggerò sicuramente… io ho avuto la fortuna di avere un fantastico bambino ma da più di un anno cerchiamo il secondo che non arriva e il dolore comincia a farsi sentire, la fatica dell’attesa e la sensazione di impotenza di fronte a tutto sono davvero difficili da sostenere… per fortuna il mio pupo non mi fa perdere il sorriso!

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  23. labiondaelabruna
    labiondaelabruna 31 Luglio, 2012, 10:53

    Grazie della segnalazione, lo leggerò molto volentieri. Anche per me diventare mamma è stato un percorso accidentato, per fortuna risolto – dopo due perdite – da un semplice intervento chirurgico. Ma non dimentico mai quel dolore, e ho il massimo rispetto per chi ha problemi di infertilità più seri e le prova tutte, a dispetto di chi osa definire “accanimento” la ricerca di una maternità. Io ora so cosa sarei stata disposta a fare per avere un bimbo: di tutto.

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