Kangaroo care: riduce mortalità e infezioni neonatali
“La Kangaroo Care è una delle misure più efficaci che possono essere adottate per migliorare le prospettive di sopravvivenza dei bambini nati prematuri o di basso peso, in tutti i contesti, nei paesi ad alto e basso reddito”.
Questo è quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) nel Global Position Paper dal titolo: “KMC A trasformative innovation in neonatal health care”.
La giornata mondiale della Kangaroo Care
In occasione della Giornata Mondiale della Kangaroo Care, che, come ogni anno, si celebra il 15 maggio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce l’importanza di questa attività ed il suo impegno nel promuovere, insieme con le associazioni dei genitori, le strategie di implementazione e tutte le modalità
operative per il corretto svolgimento di questa cura e sostenere la sua più ampia diffusione presso tutti i
punti nascita in Italia.
È un vero e proprio metodo di cura, che si realizza attraverso il contatto pelle-a-pelle, tra mamma/papà e
neonato, continuo e prolungato (da 8 a 24 ore al giorno, per quante più ore possibile). Va iniziato immediatamente dopo il parto, o quando le condizioni cliniche del neonato lo consentono.
L’OMS raccomanda fortemente la Kangaroo Care per tutti i neonati pretermine o di basso peso come cura di routine e l’inizio il prima possibile dopo la nascita.
Secondo le più recenti evidenze e numerose revisioni della letteratura, la KC iniziata in ospedale o a casa riduce la mortalità durante il ricovero alla nascita o a 28 giorni di età e, probabilmente, riduce le infezioni
gravi tra i neonati pretermine e di basso peso alla nascita. La KC, inoltre, comporta maggiori benefici, a
medio e lungo termine, se dura almeno 8 ore al giorno e se viene iniziata quanto prima possibile.
Ormai diversi studi sostengono che la KC deve essere inserita nei bundle di miglioramento assistenziale e di outcome dei neonati prematuri per il livello di impatto a breve e lungo termine che essa ha.
La necessità di un maggiore impegno nell’applicazione e promozione della Kangaroo Care da parte degli ospedali
Nonostante i suoi comprovati benefici, le esperienze dirette di alcuni ospedali mostrano una grande
variabilità nell’inizio della Kangaroo Care e, spesso, difficoltà logistiche e professionali nell’eseguirla,
soprattutto nei neonati pretermine. Per i neonati prematuri, infatti, è fattibile anche prima della stabilizzazione, ma richiede formazione professionale, adattamento degli spazi e attrezzature per la
rianimazione.
Tutto questo non può che confermare la necessità di un ulteriore impegno non solo per la promozione
culturale e organizzativa dei punti nascita, ma anche nel promuovere azioni concrete presso i decisori delle politiche sanitarie, affinché la KC venga considerata una attività di cura essenziale tra gli standard di cura per tutti i neonati e per le loro famiglie.
“Purtroppo, sappiamo di casi di Terapie Intensive Neonatali che ancora impongono limitazioni di orari per
l’accesso ai genitori, addirittura alcune solo poche ore al giorno”, afferma il presidente SIN Luigi Orfeo. “Da anni sosteniamo l’apertura h24 delle TIN e il diritto di tutti i genitori di poter stare accanto al proprio figlio ricoverato per tutto il tempo che lo desiderano. I genitori sono parte integrante della cura e la kangaroo care ne è una dimostrazione concreta”.
Il Gruppo di Studio della Care neonatale della SIN ha messo a disposizione di tutte le TIN italiane il
documento “Kangaroo Care – Le Indicazioni nazionali della SIN”, con precise istruzioni per una corretta e
sicura implementazione di questa importante pratica.