Quando lasci un pezzo per strada

Ciao, mi chiamo Bis e non ho un mobile device da 48 ore.
Flashback.
Quante volte vi è successo di non trovare più il cellulare?
Di solito, dopo aver appurato che non ci sono in giro altri cellulari accompagnati da esseri viventi in grado di comporre il vostro numero, far squillare il telefono e individuarlo, arriva la fase: urla cose da scomunica fino a far cadere le orecchie ai vicini. E, nel mentre, avreste voluto tanto che, per Natale, lui non vi avesse comprato quella collana strozzatonsille ma un bel charms che quando fischi o batti le mani risponde cantandovi la Tosca. E, soprattutto, facendovi trovare il cellulare.
Lo ritrovate nei posti più impensati. Nel frigo che mentre prendevate il latte per la colazione, nell’intestino del cane che, a causa del case di gel, lo aveva scambiato per l’osso affila denti, sotto le riviste in bagno, nel cassetto delle cinte che mentre decidevate quale mettere. Eh si, succede.
Il terrore, invece, arriva quando, condotta un’esplorazione di tutti i luoghi e tutti i laghi, del telefono non v’è traccia né certezza.
Così, l’ultima spiaggia è un’anima pia che componga il tuo numero sul proprio cellulare. La trovi.
Solo che, ora, quel telefono che poche ore fa aveva la batteria completamente carica non squilla più.
È spento.
Non iperventilate.
Segnale inequivocabile che, qualcuno, furbo come una faina, l’ha trovato e, ignorando tutti i segnali luminosi e scorrevoli che indicano a chi restituirlo in caso di smarrimento, se n’è altamente fottuto di tutti i dati che c’erano sopra e ha ben deciso di intascarselo vendendosi al diavolo quell’unico pezzo di anima rimasta candida. Per un cellulare. Ok, un BlackBerry. Ma non è una giustificazione.
Ho perso dati, circa mille numeri di telefono con mail, indirizzi etc. E – rullo di tamburi – l’ultimo backup risale a luglio. Brava Serena, ci congratuliamo per la prontezza delle tue azioni preventive.
Avevo fatto solo una copia delle foto e dei video.
Unica cosa che ho recuperato: il mio vecchio numero di telefono.
Ma non è solo questo. È anche il fatto che qualcuno abbia in mano qualcosa di mio, senza il mio consenso, che mi infastidisce un sacco. Più ci penso e più vado in bestia.
Che poi, per la legge del contrappasso inverso con doppio carpiato avvitato, è capitato a me che le uniche due volte che ho trovato un portafoglio per terra l’ho rispedito al mittente. Con tutti i soldi dentro. Mi prendono ancora per il culo per questo. Ma vi pare?
Adesso, io vorrei rivolgermi un attimo a quel genio di persona che ha ignorato il mio nome scritto (a prova di scemo) sul display del BB. Vorrei dirgli solo un paio di cose perché se è abbastanza sveglio, tramite appunti e robe varie, arriverà qui. Forse.
Non sarò prolissa.
“Caro tu, solo un consiglio. Io non potrò arrivare a te ma hai un cellulare rubato in mano e questo fa si che tu sia il destinatario univoco delle mie maledizioni. Non mi piace augurare il male, non è da me. Però, qui vado in deroga: compra più scatole che puoi di fermenti lattici e poi chiuditi in casa. Ti auguro una diarrea che duri almeno una settimana, con annessi crampi e talmente tante loffe da dover bonificare l’area del tuo condominio nei giorni successivi. E ti auguro anche che, quando ti accorgerai di avere questa diarrea, sia di domenica e tu abbia finito anche la carta igienica e l’Imodium.”
Mi sembra la giusta pena da pagare. Per il resto, hai già una suite prenotata all’inferno: girone dei ladri di smartphone. Cazzo.
P.s. Ora ho anche comprato il sostituto e, come desideravo da tempo, verrò battezzata tra gli androidiani. Domanda: avete App (Samsung o Android) da segnalare che sono dei must have? E/o anche link di e-shop di accessori (case, pellicole e robe trendy!).
Gracias.

UPDATE:
Chiara mi ha consigliato (a scopo terapeutico) di guardare questo video. Ecco, avete presente? Mi sento meglio! Ora però, mi serve un palco e una serie di maledizioni! :)))