Ci sono persone e ci sono vittime
Ci sono persone.
Ci sono gli edonisti, i materialisti, i narcisisti. E ancora quelli che… la vita è una sola, i filosofi, i pensatori, i morigerati. Gli amatori, gli amanti (della vita e non), gli amati. Quelli che pensano e non dicono e quelli che dicono senza pensare.
Poi, però, nel mucchio, ci sono anche le persone che fanno del vittimismo la propria filosofia di vita. I timorati (de che?).
Conosco B. da anni e sin dai primi giorni passati insieme mi son sempre chiesta: “Perché questa ragazza sente l’esigenza di spalmarsi addosso la pena degli altri come fosse Nivea?”.
Lei non si diverte, non può! Non lo concepisce nemmeno come opzione!
I viveur sono delle reincarnazioni di Belzebù. Croce, AveMaria e vaderetro in loop.
Se le chiedi il perché ti risponde: “Ormai ho trentadue anni sono una mamma…” usando un tono che non lascia spazio a repliche. E io ogni volta – mentre recupero le braccia dal pavimento – son lì lì che vorrei dirle: “Ma perché, la novità qual è? Sei così dalla nascita e non perché hai trentanni!”.
B. vive solo in funzione dei figli. Lei respira per levare l’anidride carbonica che potrebbe causare mal di testa alla prole.
Vive per lavorare (male).
Commette errori ma non se ne capacita. Lei è nel giusto. Sempre!
La prova è il fatto che agisce (o almeno, lei pensa di farlo credere a tutto il genere umano) per il bene degli altri, mai per se stessa.
Crede che il sesso sia solo un passaggio obbligato per la riproduzione. Ma anche (orrore!) una specie di sacrificio coniugale! Qualcosa che devo ma non vorrei. Una punizione divina per qualche comportamento sbagliato. Come le orecchie d’asino dietro la lavagna.
Lo shopping è il male. I volantini della spesa, la lettura più ardita. Harmony? What’s Harmony?
Dimostrarsi Geisha davanti al mondo per poi inscenare la guerra dei Roses a porte chiuse, invece, la normalità.
Ci penso. Mi ci arrovello i pensieri ma non arrivo mai a una conclusione psicologicamente comprensibile.
Cioè: perché?
Perché vivere come delle fedeli riproduzioni di una Lucia Mondella teletrasportata nel 21esimo secolo?
Perché? Paga davvero un atteggiamento del genere?
vorrei tanto conoscere la madre…
e comunque a ognuno la sua croce.lei avrà compreso di esserlo di se stessa?se la risposta è no,evidantemente il ruolo che si è ritagliata nella vita le sta bene.
sii felice di notare le differenze tra te e lei.
Son sempre più convinta che c’è gente che ama crogiolarsi in questo ruolo di vittima.
A 32 anni con figli non sei mica sul viale del tramonto. Non si vive in funzione dei figli, ma insieme ai figli.
C’è gente che ha fatto del lamento la propria fisolofia di vita. Che sia un modo per esorcizzare la sfiga?
@Mia: non è uno scherzo.
@Margherita: si, è vero. io mi scompiscio mentre roteo occhi e pollici 😉
@Elavantin e Anonimo/alice: no ma io non è che spenda tutte queste energie per cambiarla o mi innervosisco eh! Io vivo come mi pare e le altre fanno altrettanto. Solo che un mio “debole” è analizzare i comportamenti altrui e chiedermi “dove portano?”. Lo faccio spesso anche con B. ma, a differenza degli altri, con lei non riesco a giungere mai a una conclusione.
leggendo questo post mi è venuta in mente una persona che conoscevo. e anch’io ho dovuto raccogliere le braccia dal pavimento piu di una volta. e anch’io ho provato a chiedere “perchè???”. ma non è mai cambiato nulla. molto probabilmente perchè, a causa di una ignoranza di base e di una pigrizia mentale conseguente, questo era l’unico modo di vita che conosceva. e non ci arrivava a capire che poteva esisterne un altro. non so se questo sia il caso della tua amica. ad ogni modo mi chiedo anche quanto sia giusto insistere, o se invece sia meglio lasciarla fare. perchè in fondo ogni persona va presa per quello che è, a me non piacerebbe mica che uno mi venisse a dire come vivere.
alice
Ok Bis, ovvio che la conosci tu e non posso discuterne oltre! Però mi lascia perplessa il fatto che dopo che per un po’ cambia… ritorna quella di prima. Evidentemente è talmente radicato nel suo carattere che essere diversa proprio non fa per lei. Sta “meglio” nel suo brodo. Che dirti? Ognuno ha diritto di vivere come vuole. Perchè non lasciarle fare? Perchè vogliamo continuare a cambiarle? Per affetto? Per farle “vivere meglio”? O per innervosirci meno noi? Ci ho pensato spesso… io personalmente mi imbestialisco ogni volta e preferisco allontanarmi da loro. Tanto ogni volta si discute sul nulla per poi ricadere negli stessi sbagli. Boh, che dici?
A me piace quando due così si incontrano e fanno a gara a chi ha le sfighe più grosse, concedendosi un unico momento di godimento nello scoprire che la rivale ha fatto un giorno in meno di ospedale, o si è rotta un osso di meno, o deve prendere tre pastiglie anziché cinque.
L’etica della sofferenza quando entra in competizione genera mostri.
ma esistono ancora donne così? davvero? oh mamma la voglio conoscere!
no dai non è possibile…dicci che è uno scherzo!
Ok. Aspettate.
Innanzitutto bellissima discussione.
@elavantin: La tua analisi non fa una piega, ma è più generica. Questa persona, però, B., non ha disturbi psicologici, ve lo garantisco. Non sono una psicologa ma la conosco bene. È proprio il suo modo di vivere e di percepire il mondo. Lei pensa che il vittimismo la faccia risplendere di una qualche luce diversa rispetto agli altri. Una Santa Maria Goretti dei giorni nostri. Poi, alla fine, cosa le rimarrà?
Perché, seriamente, quando la prendo in disparte e cerco di farla cambiare, un po’ e per quel pochissimo tempo riesco a farla cambiare. Poco eh! Ma la sento lamentarsi meno.
@ali e radici: quello che proprio non sopporto è quello. In effetti o ha trovato sempre persone sessualmente incompatibili, ma non credo, oppure anche quella è una forma di vittimismo. Sminuire anche quel tipo di piacere dal quale non si sottrae… ecco!! Mah
@Roberta: troppo tardi. Già plasmati, fidati! (Grazie per i complimenti ;))
@Mamma kikki: hai centrato il punto!
PPS: quoto e straquoto Owl. Scusa Owl, presa dallo scrivere il mio commento non ho letto i tuoi… Non giudicate e non pensate che sia così semplice “tirar fuori” queste persone dal mondo che si sono costruite… i disturbi psicologici non dipendono solo dalla volontà (di chicchessia)!
PS. scusate i refusi…
Ce l’ho. Tra i parenti intendo. Molto stretti. Mamma, zia, cugina. Non è un modo più facile di vivere, nessun modo di vivere è “facile”. E’ una caratteristica profondamente innata ma di certo facilitata dallo stile educativo. La base di tutto è una percezione alterata della realtà unita all’incapacità di sentirsi “uguali” agli altri. E questo porta o ad un profondo senso di inferiorità o a un enorme senso di superiorità. Insomma, il mondo è stupido, pericoloso, difficile etc etc etc (dipende, ognuno ha la sua giustificazione) ERGO non esco perchè nemmeno mi passa per l’anticamera del cervello che ANCHE IO posso uscire in quel modo là. Mi costruisco un mondo parallelo in cui rifugiremi… salvo lamentarmi di essere sempre reclusa, di essermi sempre sacrificata per gli altri, di non meritarmi di essere tradita o emarginata viste le mie doti di altruismo. Penso sempre che la colpa (di tutto) sia degli altri, non che io possa aver sbagliato. Attenzione: è una forma di alienazione, un disturbo psicologico che rende la vita molto difficile a chi sta intorno ma principalmente a sé stessi. Alla fine si arriva incattiviti e, nella migliore delle ipotesi, con l’idea di aver sprecato la propria vita. Io combatto con questo ancora oggi. Ma non ho mai dato la colpa a mia madre dei miei difetti o delle mie manchevolezze: piuttosto il suo esempio mi è servito a capire che quello è il modo migliore per sprecare i nostri giorni.
beh.. in questo modo, non deve mettersi in gioco, tantomeno assumersi responsabilità di rischi.. di vivere.. di essere felice… di combattere per sè … tanto saranno gli altri che per pena o sensi di colpa lo faranno per lei.. perchè tanto è “poverina”-
bene. passatemi un lanciafiamme ora.
ma perchè non glielo dici?
tra il serio e il faceto… la stessa frase che hai scritto: “Ma perché, la novità qual è? Sei così dalla nascita e non perché hai trentanni!”.
e poi anche se non lo farebbe mai, consigliale una sana dose di “penetril extraconiugale”… si lo so che non si fa, ma magari è la molla che la fa scattare. conoscere del sano sesso extraconiugale le potrebbe far capire che quello coniugale non è poi tanto male o non lo vivrebbe più come punizione divina… o mal che vada si è fatta una sana biiiip e non fa più la vittima!!!!!
ok forse straparlo!
scusa!
:-DDD si in effetti mi è venuta paura di essere stata fraintesa!
Mah si hai ragione, certe volte puoi trovare mille ragioni per un comportamento e a volte è veramente solo arretratezza culturale da cui non ci si vuole assolutamente tirar fuori.
Poi, forse non traspariva dal mio commento, io lo trovo odioso, anche perché ci combatto da una vita con mia madre :-/
Mia suocera con il vittimismo e l’alibi sempre pronto ha rovinato 3 figli maschi ed ognuno ne porta le conseguenze rielaborate come ha potuto! Conosco i danni che comporta un insegnamento del genere. Salvate il prima possibile i suoi figli, solo questo ti posso consigliare.Non pensare a lei ma pensa a quelli che faranno i conti con la vita, dopo di lei! Anche oggi…..un postone! Ti abbraccio.
Lucia Mondalla l’ho sempre odiata!! E’ l’anti-femminismo.
Ti dirò, mia madre è fatta così, si nega tutto per darlo a me mio padre e a sua madre, non ha hobby, non si cura e non chiede aiuto. Ma non si lamenta MAI! Questa è la differenza tra abnegazione(esagerata) e vittimismo. E poi se per lei il sesso è un dovere vuol dire che ha un qualche blocco, ma si può superare non è necessario viverci! Che vita triste!
La madre del mio ragazzo invece è il contrario, viene prima lei di tutto il mondo e si lamenta pure. Risultato: ha cresciuto un uomo, frustrato, ma maturo e indipendente!
Io non credo che ci sia niente di premeditato nell’atteggiamento di certe persone, loro sono così per natura e forse per ignoranza.
Mi riesce difficile capire, anche se probabilmente non c’è niente da capire.
@insight: non è il sacrificio ma il vittimismo e l’ostentare questo sacrificio. ogni persona (anche non mamma o uomo) fa dei sacrifici, farli sapere al mondo non ti rende mica migliore. Ecco, questo era lo spirito. E poi vivere nel senso di colpa e nel timore anche no! Almeno, io non ce la farei. Io esisto e per questo ho bisogno di sentirmi viva!
@Owl: rileggendo il mio tono sembrava Hitleriano… ahahah non lo era. Solo che non riesco a capire davvero. Posso solo dirti che in questo caso non si tratta di “disturbi”, ma solo di ignoranza magari? Boh.
Premesso che forse potrei aver interpretato male lo spirito del post (ho il pesce in forno e faccio avant’indietro) non credo che il sacrificio sia il male in se.
La madre dei nostri figli si è sacrificata, eccome, però ora che è lei ad aver bisogno scattano tutti e 3 (chi più chi meno) come soldatini e come i marines non si lascia indietro il compagno o l’ufficiale in difficoltà.
Torno dopo, sicuramente ho dimenticato qualcosa ma sento troppo profumo provenire dalla cucina, dev’essere ora di aggiungere il vino.
@Bis ehm si, la mia non voleva essere affatto una giustificazione al suo comportamento. Ne una critica alla tua lucida analisi.
Volevo dire che secondo me alla base di certi atteggiamenti oltre ad all’educazione antica ci posso essere delle forti problematiche a livello psicologico. Tutto qua.
Poi ognuno è artefice del proprio destino e sicuramente in questa situazione ci si è messa lei.
bè, il lamento è il leit motiv materno per eccellenza.
Io a volte vorrei uccidere quando mi dicono: “Ho tre figli, ti pare che posso lavorare a tempo pieno?”
( ti giuro che me l’hanno detto)
@Owl: e rifiutare ogni stimolo che possa portarti al cambiamento cos’è??
No, a me non dispiace. Certi atteggiamenti te li costruisci tu e ti ci blindi dentro!
Io credo che questo tipo di atteggiamento denoti una enorme insicurezza.
“Se non do l’anima, se non mi autoflagello e non mi autoinfliggo le pene del mondo non vengo accetta.”
Il sacrifico sembra l’unico modo per farsi amare.
A me dispiace per lei.
@Bis: ringrazia davvero…. Soprattutto perchè sarai da esempio per i tuoi! 🙂
@seavessi: si in realtà sembra che a loro vada bene così, ma io credo che fingano per ingraziarsi il prossimo. In una specie di contorsionismo mentale senza cura. Mah!
@Ska: si si. Forse è l’educazione. Io ringrazio mia mamma e mia nonna di avermi dato degli esempi di donne che fronteggerebbero il mondo.
Non so se questo comportamento alla lunga paghi davvero ma sicuramente è più facile!
Probabilmente deriva dall’educazione ricevuta.. e cmq una persona così è “antica” dentro. Come le donne di una volta.. tutte sacrificio e basta.
Bleah.
ma sai, in realtà queste persone non devono aspettare che prima o poi l’atteggiamento paghi, si creano un loro ecosistema mentale – e spesso familiare – dove vivono benissimo sospirando e incolpando gli altri della loro insoddisfazione. In realtà probabilmente a questa amica il sesso interessa pochino, non le frega granché di leggere o svagarsi, ma invece di ammettere ebbene sì, sono una persona un po’ noiosa, può dire che lei farebbe se… e via con le mancanze degli altri.
Quanto tempo Bis, come stai? 😀
@Luigiscerre: ^_^ grazie!!!
@Mammachetesta: no no, non ce la potrei fare. Il vittimismo è una cosa che devi avere nel Dna, non puoi fingere. Credo. Spero…
Alle volte penso che sì, paghi.
Perchè è un alibi per tutti: per lei che può fare la vittima e sfogarsi facendo sentire in colpa il mondo ed esercitare così il potere più tremendo, quello subdolo.
Per il marito che a sua volta può fare la vittima del “non sapete come è a casa!” o ancora farsi l’amante senza sentirsi in colpa (che con una moglie così vuoi nonf arti l’amante?!!?).
Per i figli che un domani potranno dare a lei e al suo non dare fiato la colpa di tutte le loro sfighe.
Io non ce la farei mai, ma forse le sbagliate siamo noi.
Anzi no. Vaffanculo! Noi siam delle grandi. I nostri figli ci useranno COMUNQUE come alibi ma siamo delle grandi!
@luigiscerre davvero un grande post Bis ! La frase “Lei respira per levare l’anidride carbonica che potrebbe causare mal di testa alla prole.” è spettacolare 🙂