A Very Merry Christmas

L’alternativa sarebbe organizzare una specie di workshop durante il quale provo a conoscere meglio ognuno di voi che mi legge e, dopo aver capito qualcosa, farvi degli auguri ad hoc, ma se cancello questa opzione mi capirete, vero?
Quindi, provo a farvi gli auguri a mio modo, ovvero, parlandovi. Come ho sempre fatto.
Anche quest’anno mi ero ripromessa di evitare la calca natalizia e comprare prima. Possibilmente on line.
Avevo anche programmato come poter comprare, cosa e quando.
Volete sapere come ho passato ieri la pausa pranzo?
Spalmata, come il burro di arachidi, tra un energumeno alto – a orecchio – 2 metri e 10 e IlMaritoIdeale. In fila alla cassa del Leclerc con una cassiera che si era fumata ettari di camomilla prima di sedersi sul suo sgabellino. Avevo 10 articoli e ci abbiamo messo 15 minuti.
Durante quel tempo infinito credo anche che IlMaritoIdeale abbia subito qualche palpeggiamento dalla signora – evidentemente in menopausa – che era alle sue spalle. Non ne sono certa ma penso che la coda dell’occhio non mi abbia tradita.

Anche quest’anno, mi ero ripromessa di ridurre il budget dei regali e non buttare al vento un mese di lavoro per poi essere ripagata con un sorriso finto fino alla terza capsula a destra e un “Ah ma che carino. Senti non è che ti scoccia se cambio colore/taglia/genere/negozio?”.
Facendo quattro conti, mi tocca fare la spesa al discount fino a fine mese.
Quest’anno, una novità. Avevo deciso di salvare la foresta pluviale. Si, io. Da sola.
Avevo deciso di usare carta riciclata per incartare i regali. Imballaggi di fortuna. Poi, presa dalla foga e sentendomi già un membro di Green Peace, reclutata per salvare il pianeta dall’autodistruzione, avevo pensato di realizzare proprio io gli imballaggi. Il tempo mi ha tradito. Io, di conseguenza, ho tradito la foresta e tutti gli gnomi dei boschi.
In proporzione ho speso di più per le bustine e le carte che per il regalo in sè.
Quando il pianeta andrà a fuoco a causa dell’effetto serra, saprete con chi prendervela…
Comunque, anche quest’anno, in un modo o nell’altro, sarà Natale. Stasera e domani ci sarà il solito ipermegacenone durante il quale sarò seduta vicino a un cugino del quale ignoravo completamente l’esistenza e che si materializza prontamente ad ogni festività. Meglio: ad ogni tavolata delle festività.
Poi ci sarà il momento in cui entrerà Babbo Natale e io comincerò a piangere in preda a un mix di ricordi di me junior che lo aspetto ed emozioni nel vedere i nani così coinvolti e ansiosi. Una deficiente completa, insomma.
In ogni caso, parenti non bene identificati e gestione delle emozioni a parte, mi godrò anche questo Natale dando ampio sfogo alla mia Natalomania. Ho cominciato stanotte stando in piedi fino alle 2.00 per incartare i regali e farli trovare sotto l’albero stamattina al nano.

“Babbo Natale è venuto da noi…ma i regali si aprono a mezzanotte!”.

Mi ero anche ripromessa di non impreziosire di altri dettagli la storia di Babbo Natale, renne, slitte e camini. Ma io, proprio gnafaccio. Il nano è un’ enciclopedia sulla Norvegia.
Vi lascio solo un augurio: spero che sotto il vostro albero, ci sia quello che veramente sognate. Quello che più vi farà star bene.
Buon Natale!