Crescere a piccoli passi: cronaca di una famiglia che si riprende i propri spazi

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Sapete quando spunta la prima pancia, quella dei quattro mesi, quella che somiglia molto a un problema di meteorismo e poco a quella di una donna incinta?
Ecco. Quello è il momento in cui tutti gli essere umani che entreranno in contatto con voi si sentiranno nel dovere di dirvi che da quando il pupo nascerà, in poi, tutto cambierà inesorabilmente.
Non potrete più fare ciò che facevate prima e “ah… è finita la pacchia”. Come se fare un figlio sia mettere in conto qualche anno di prigionia in una cella tibetana.
Un po’ hanno ragione. Le cose cambiano.
Ok, puoi organizzarti, puoi fare la mamma asganaway che vuole assolutamente dimostrare a tutti che nulla è cambiato e che si ritrova, come una Cenerentola moderna, a dover correre via dal party perché la babysitter non riesce più a contenere in nessun modo la voglia di tetta del piccolo.
Ed è normale, fisiologico che accada.
È normale che impari a cambiare i pannolini in modalità pit stop, che impari a fare la doccia con un piede all’asciutto che dondola la sdraietta, che ti senti preda dei vorrei ma non posso, che pensi che vorresti crescesse alla velocità della luce ma che, allo stesso tempo, rimanesse così, piccolo e profumato, che la responsabilità divori il sonno, che la sopraffazione ti faccia sentire onnipotente, sentire che quegli occhi riescono a bucarti il torace arrivando al cuore. E senti di avere risorse che prima no e non pensavi che un essere umano potesse sopravvivere dormendo così poco.
E il tempo passa. Tra sbadigli, sorrisi, insofferenza e felicità.
Poi, invece, arriva un momento in cui qualcosa cambia.
Non sai esattamente cosa, non sai descriverlo, né spiegartelo, ma lo percepisci.
Sembra quasi un traguardo tagliato in silenzio nell’indifferenza di tutti.

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E tu invece vorresti raccontarlo a tutti. Vorresti far sapere al mondo che il pessimismo cosmico dura poco, poi passa.
E passo dopo passo ti accorgi che la tua famiglia comincia a riprendersi i propri spazi.
Che tu, ti riprendi il tempo per te.

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È il momento in cui esci una sera e loro fanno l’aperitivo con te senza litigare, vogliono la cannuccia nera e il ghiaccio tritato anche nell’aranciata e nella Coca Cola, parlano di cosa fare durante la passeggiata, come farebbero due adulti, ascoltano, ridono, si divertono e permettono a me e a Lui di divertirci.
Ci abbracciamo di quegli abbracci consapevoli, pieni di tutto ma vuoti di ogni lagna o capriccio.
Sorrisi complici e sguardi profondi che a guardarci dentro ti vengono le vertigini (cit.).

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E quindi brindo a noi che passo dopo passo siamo riusciti a costruire questo equilibrio e a riprenderci i nostri spazi.

Questo post partecipa al progetto #BigDays per le famiglie ambasciatrici Gore-tex.

Categories: Maternità, My life
Tags: MY LIFE
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