Fare un figlio in Partita IVA: come funziona la maternità?
Avere un figlio è un momento importante nella vita di chiunque, anche per chi lavora in autonomia.
Ma come funziona la maternità per chi ha una Partita IVA? Cosa prevede la legge?
E quali sono i requisiti per ricevere l’indennità?

In questo articolo vengono spiegati i principali aspetti della maternità per libere professioniste, freelance e lavoratrici autonome, con un focus anche su chi lavora con Partita IVA.
Chi ha diritto alla maternità con Partita IVA
La maternità non è riservata solo alle lavoratrici dipendenti. Anche chi lavora in autonomia può accedere a una forma di tutela economica.
Le lavoratrici con Partita IVA iscritte alla Gestione Separata INPS o alla gestione artigiani e commercianti hanno diritto a ricevere l’indennità di maternità. L’importante è essere in regola con i contributi previdenziali.
Nel caso della Gestione Separata, per esempio, bisogna avere versato almeno tre mensilità nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo.
Chi è iscritta invece alla cassa di previdenza di una professione regolamentata (come avvocati, architetti, ingegneri, ecc.) dovrà seguire le regole previste dal proprio ente di riferimento.
Come funziona l’indennità di maternità
L’indennità di maternità è un contributo economico che sostituisce il reddito nei mesi in cui non si lavora. In genere, copre 5 mesi: 2 mesi prima della data presunta del parto e 3 mesi dopo la nascita del figlio.
Tuttavia, è possibile anche posticipare il congedo e lavorare fino all’ottavo mese, recuperando un mese in più dopo il parto. L’indennità ammonta all’80% del reddito medio giornaliero, calcolato sulla base dei redditi dichiarati l’anno prima (o della contribuzione versata).
Chi è iscritta a una cassa professionale può ricevere un importo fisso o variabile, in base a quanto stabilito dal proprio regolamento.
Si può lavorare durante la maternità?
A differenza delle dipendenti, le libere professioniste possono continuare a lavorare anche durante il congedo di maternità. Questo vale soprattutto per chi è iscritta alla Gestione Separata INPS.
In pratica, non viene imposta l’interruzione dell’attività lavorativa. L’indennità spetta comunque, purché siano rispettati i requisiti contributivi e le scadenze.
Attenzione però: in alcune casse professionali, per ricevere l’indennità bisogna effettivamente sospendere il lavoro. È quindi importante informarsi presso l’ente previdenziale di riferimento.
Come richiedere l’indennità
La richiesta va presentata all’INPS (oppure alla propria cassa) entro un certo termine.
Chi è iscritta alla Gestione Separata deve inoltrare la domanda tramite il sito dell’INPS o con l’aiuto di un patronato.
Serve un certificato medico con la data presunta del parto e la documentazione fiscale. La procedura varia leggermente in base al tipo di iscrizione e alla situazione lavorativa.
In ogni caso, è fondamentale attivarsi in tempo. Il consiglio è di preparare tutto almeno un mese prima dell’inizio del congedo.
Maternità facoltativa: come funziona
Dopo i 5 mesi di maternità obbligatoria, è possibile chiedere un periodo di maternità facoltativa.
Si tratta del cosiddetto congedo parentale. Nel caso delle libere professioniste, questa possibilità dipende dalla gestione previdenziale a cui si è iscritte.
La Gestione Separata INPS, ad esempio, non prevede il congedo parentale.Alcune casse professionali invece riconoscono un contributo per i mesi successivi alla nascita, oppure per le spese di assistenza.
Ogni ente ha regole specifiche: è necessario consultare il proprio regolamento per capire quali agevolazioni sono previste.
Cosa succede in caso di adozione o affido
Le tutele della maternità valgono anche in caso di adozione o affido. Le tempistiche e i requisiti sono simili a quelli previsti per la maternità biologica.
In genere, l’indennità copre un periodo pari a quello previsto per il parto naturale. È comunque necessario presentare tutta la documentazione relativa all’adozione o all’affido.
Il ruolo della Partita IVA
Avere una Partita IVA comporta alcuni obblighi, ma non significa rinunciare alle tutele previste dalla legge.
Chi lavora con Partita IVA deve tenere sotto controllo i versamenti contributivi, perché il diritto all’indennità di maternità dipende proprio da questi. Essere in regola con l’INPS (o con la propria cassa) è fondamentale per accedere alle prestazioni economiche.
Inoltre, è importante sapere a quale gestione si è iscritti: questa informazione determina quali diritti si possono esercitare e come si calcola l’indennità.
Fiscozen: un supporto nella gestione della Partita IVA
Gestire la Partita IVA può sembrare complicato, soprattutto in momenti delicati come la gravidanza o la nascita di un figlio.
Fiscozen è un servizio che semplifica la gestione fiscale e burocratica per chi lavora in autonomia. Offre assistenza nella dichiarazione dei redditi, nel calcolo dei contributi e anche nella gestione delle pratiche legate alla maternità.
Chi vuole evitare errori o dimenticanze può affidarsi a un servizio come Fiscozen per avere più serenità e più tempo da dedicare alla propria famiglia.
La maternità per chi ha una Partita IVA è una realtà prevista e tutelata dalla legge. Chi è in regola con i contributi ha diritto a un’indennità economica per 5 mesi.
La domanda va presentata nei tempi giusti, con la documentazione richiesta. Ogni gestione previdenziale ha regole specifiche, quindi è essenziale informarsi con precisione.
Infine, chi vuole un supporto pratico può rivolgersi a servizi come Fiscozen, che aiutano a gestire la Partita IVA in modo semplice anche nei momenti più importanti della vita.