Maleficent: la bella addormentata coi geni di Brad Pitt

Attenzione: questo post contiene degli spoiler. Se non avete visto Maleficent e siete intenzionati a farlo, leggetelo pure ma io vi ho avvisati.

Hai un marito cinefilo, tu sei cinefila, hai un figlio che quando aveva 5 anni guardava i film di Totò (Totò Peppino e la Malafemmana è il suo preferito) e ne conosceva le battute a memoria. Con questa situazione familiare come fai a non andare spesso al cinema a vedere film di generi e categorie così diverse che l’insieme risulta imbarazzante?
Che una dice: “non mi piacciono i fantasy” ma poi li ha visti tutti per onore di cronaca e per amore della cultura cinematografica. A una così (che sono io) che gli vuoi dire se non “metti il braccio a novanta gradi e vedidannattene”?
Comunque, dicevo, sono andata a vedere Maleficent e questa è una specie di recensione.

Maleficent secondo me

maleficent1

Allora, c’è questa fata bellissima con due corna che sono un misto tra le corna di ariete e quelle di Caronte e un paio di ali da Grifone. Sì, nonostante tutto è bellissima e ha dei capelli invidiabili che rimangono lisci anche con l’umidità che sale dal sottobosco. O almeno i capelli li ha finché è adolescente, poi si nascondono sotto una cuffia sadomaso.
Questa fata abita nella radura, luogo che ospita tutte le creature fatate, collocata nella valle subito sotto a un enorme castello (che fiaba sarebbe senza un castello?). È la regina protettrice di tutti gli abitanti della radura.
Un ragazzino beffandosi delle barriere magiche, riesce ad accedere alla radura e conosce Malefica (la fata cornodotata). Da questo momento i due, a dispetto di quelli che potrebbero pensare che una coppia che parte con una lei con le corna non può andare avanti per molto, prima diventano amici e poi si innamorano. In realtà è più lei che si innamora ma son dettagli no? Succede sempre così che sia la lei di turno a stare lì a pregare il telefono di fare uno squillo o una Whatsappata e invece niente. E infatti Malefica si mette lì tranquilla a pensare a Stefano, mentre le corna crescono con lei.
Questo ragazzetto, tale Stefano appunto, ha alte ambizioni e un giorno racconta a Malefica che da grande vivrà nel castello di cui sopra. “Fico” pensa Malefica “la prima volta che una strega è la protagonista assoluta di una fiaba, chi gli capita come moroso? Il cazzaro che aspira alla nullafacenza!”.
Se non fossi sicura che sia stato montato agli studios della Disney, direi che è una roba tutta italiana.
Stefano in realtà ce la fa ad andare a vivere nel castello, ma non solo. Quando gli capita l’occasione di salire di grado nella scala gerarchica dei nullafacenti decide di provarci con tutte le sue forze. Per diventare Re deve sconfiggere Malefica.
Lui non ce la fa a ucciderla ma per dimostrare al Re di averla sconfitta, le taglia le ali.
Bastardo! Dico io.
Figlio di puttana. Aggiunge Malefica.
Da qui in poi la storia accelera per poi rallentare più in là. Poco prima del colpo di scena.
Re Stefano e la sua regina hanno una bambina, Aurora, sulla quale Malefica, per vendicarsi del tradimento ricevuto da parte di Stefano, lancia un terribile maleficio.
Aurora cresce e a un certo punto della storia conosce Malefica e… colpo di scena!
Non posso andare avanti sennò il biglietto dovete pagarlo a me e non al botteghino del cinema.

Ma quello che importa non è tanto la storia – che comunque è quella de la bella addormentata nel bosco sebbene rivisitata in chiave moderna, corretta e raccontata dal punto di vista dei cattivi – quanto tutte le  morali di questo film.

1. l’amore vero e il principe azzurro? Ma quando mai!
Che volessero osannare l’amore lesbo o l’amore intramontabile tra madre e figlia è poco rilevante. Quello che è essenziale sottolineare è che la lezione numero uno è:  se anche il tuo principe azzurro sembra essersi perso per strada, magari se ti guardi bene dentro non ne hai tanto bisogno. Sei una donna. Quell’essere che tutto può se solo vuole.
Generazioni di piccole donne cresciute a pane e Malefica; ah quanti calci nei gioielli di famiglia dovremo prepararci a vedere.

2. gli uomini sono tutti uguali
Nel film ci sono tre tipologie di uomini, anche perché a parte le comparse, ci sono tre personaggi uomini tre.
Il Re che sta per morire:  fissato maschilista misogino non può sopportare che Malefica sia la regina di un luogo in cui tutto è in perfetto equilibrio. Quindi, siccome Malefica lo ha sconfitto in battaglia, decide di farsi vendicare dal proprio insopportabile orgoglio pelato.
Morale: il Re che sta per morire è uno stronzo misogino.
Stefano: lo avete già capito che appartiene alla categoria degli stronzi da una botta e via o devo spiegarvelo per bene?
Morale: Stefano è uno stronzo misogino.
Filippo: adolescente sociopatico, potenziale amore eterno di Aurora, che a confronto il principe Cacca è Casanova.
Morale:Filippo è un imbranato che se continua così diventerà uno stronzo misogino.
Ah sì c’è anche l’uomo/corvo che è l’unico che riesce a salvare la categoria in zona cesarini.
Morale: un uomo su quattro non è uno stronzo misogino.

Ora dico, caro signor Walt Disney, ma anziché illuderci con la storia del Principe Azzurro che arriva sul cavallo bianco (senza stingere), dall’età in cui il nostro cervello cominciava a comunicare con il nostro cuore facendoci credere che gli uomini sono fatti di zucchero filato e profumano di viole, non potevi dirci la verità? Che sono tutti (o quasi eh…) stronzi misogini e che facciamo meglio a cantarcela e suonarcela da sole noi donne? Dovevamo passare per forza attraverso un numero imprecisato di castelli e principesse?

Ma buttiamo un occhio attento anche al resto. Perché merita.

Maleficent: Angelina Jolie

maleficent2Angelina Jolie non è proprio la mia attrice preferita. Cosa dite dall’ultima fila? «Angelina Jolie non è proprio un’attrice?» ok, in circostanze normali potrei darvi ragione. Ma questo è il suo film. Lei è la protagonista indiscussa e sebbene qualche interpretazione non mi abbia particolarmente emozionata, se l’è cavata bene. Mi è piaciuta.
Avrei ritoccato solo un po’ gli zigomi a punta e riconsiderato la lunghezza delle corna. Per il resto è stata fenomenale.
E comunque, che poi riesca a essere sexy pure con un paio di corna piantate sulla testa ne vogliamo parlare? Eh? Meglio di no. È umiliante.

Maleficent: la fotografia, la scenografia e i dettagli

La prima volta che guardo un film, non lo faccio mai in 3D. Prima in 2D, mi piace concentrarmi su altro, se poi mi viene voglia di vederlo in 3D, significa che mi è piaciuto molto. Maleficent mi piacerebbe vederlo in 3D.
Ho visto una fotografia eccezionale, una bellissima scenografia da film fantascientifico e dettagli curati ossessivamente.
Una goduria per gli amanti dei film fatti bene.

Il gossip

maleficent3Una delle bambine che interpreta Aurora è la figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt. Avrei preferito vedere Brad Pitt e non i suoi geni a forma di bambina bionda e boccolosa, ma tant’è. Questo passava il convento.

E che i geni ambulanti di Pitt riescano a guadagnare 3.000 dollari a settimana più 60 dollari al giorno per ogni giorno di ripresa ve l’ho detto?

Ecco, ora lo sapete.
No, non potete rinascere nell’utero della Jolie. State boni.

Infine qualcuno su Twitter e in Dm mi ha fatto qualche domanda.
In ordine sparso le risposte: ci sono andata con Lui, Swami e Francesco ed è piaciuto a tutti e tre quindi sì a partire dai 5 anni, non è un film da femmine sia per la storia che per le scelte scenografiche ma soprattutto, sì comprate il bicchierone grande di pop corn e non fate i tirchi che ci sarà da rimanere incollati su quella poltrona.

Beccatevi la scena prima del lancio del maleficio.

Categories: Lifestyle, Recensioni
Tags: CINEMA, LIFESTYLE
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Commenti

  1. Giorgia
    Giorgia 4 Giugno, 2014, 21:53

    @serenasab un c’hai capito niente…peccato per te! Bellissimo film, costumi, foto…e chi predilige i cinepanettoni non lo vada a vedere!

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  2. Anonimo
    Anonimo 4 Giugno, 2014, 15:09

    Ah ah ah ah ah mi hai fatto ridere un sacco, bellissimo post

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