Non sono una persona costante
Contrariamente a quello che appare, non sono una persona costante. Semmai sembrasse il contrario. Ma sono sicura di no.
O forse lo sono ma magari mi manca il tempo per esserlo fino in fondo.
O magari sono solo pigra e ho nascosto la costanza nel cassetto dei sogni segreti. Dietro al boa di piume giallo.
Non lo so. Quello che so è che ho pagato mesi di acquagym senza frequentare la piscina, stilato tabelle di allenamento, acquistato scarpe e abbigliamento da running (invernale ed estivo ovviamente, che io o faccio le cose per bene o ciao proprio) il tutto abbinato in maniera maniacale, fatto lezioni di prova in ogni palestra nel raggio di 20km e trovato una scusa assurda e improbabile per ognuna, preso l’impegno di farmi una sessione di Tesmed al giorno, fondato un movimento che si chiama Are you ready for summer, pensato di iscrivermi a gravity Yoga prima, zumba poi e cercato on line dei personal trainer con l’indole e il frustino della signorina Rottermeier.
Insieme ai personal trainer, ho anche cercato su Youtube i tutorial di yoga, comprato un tappetino e abbandonato dopo le prime due volte. E mi piaceva pure.
Niente. Ora sono qui a guardare il calendario e lo specchio.
Il calendario e lo specchio.
Il calendario e lo specchio.
Come in una partita di tennis. Ah sì, avevo anche prenotato il campo da tennis per un giorno a settimana per un anno. Dopo la prima settimana, ho disdetto l’impegno.
E mentre guardo lo specchio mi consolo con la foto di Cindy Crawford non photoshoppata. E penso che: wow non ho chili in più! Poi, realisticamente, mi rendo conto che avrei bisogno di una sessione non stop di sei mesi di elettrostimolazione per svegliare quei muscoli che si sono addormentati da anni sotto jeans e maglie da bimba minchia.
Forse ho giornate così dense da non poterle spezzare con un grissino per trovare un buco per la palestra.
O forse ho davvero un rapporto conflittuale con la costanza e con la palestra. Io che fino a pochi anni fa facevo tre ore di aerobica e una di spinning al giorno.
Una pazza che passava tutti i pomeriggi in palestra.
Mangiavo come un camionista bulgaro ed ero soda come il travertino.
Ora mangio come un canarino e ho la consistenza del budino.
E vorrei veramente qualcuno che mi prendesse per mano e mi portasse in palestra obbligandomi a volermi più bene. Magari qualcuno che si chiami Costanza o Costanzo. Sarebbe divertente.
Ma non so come si chiami ufficialmente questa figura professionale.
Ma seriamente, voi che vi alzate presto la mattina pimpanti e con la voglia di andare a correre anche con la temperatura delle celle frigorifere in cui vengono stipati i gamberetti pescati in Vietnam, avete un segreto segretissimo? Come fate?