Cose d’estate

Il rumore delle onde del mare al posto della sveglia.
Il sole al posto dell’orologio.

Il costume da bagno al posto dei vestiti.
Il vento al posto del phon.
Il sale sulla pelle al posto del profumo.
La pelle ambrata senza trucco.
I cocktail sorseggiati al posto del caffè in piedi tra una riunione face to face e un brainstorming su skype.

I piedi nudi.
Il relax e la modalità slow motion al posto delle corse quotidiane.
La doccia all’aperto.
Mangiare crudo come se non ci fosse la cucina.
Le coccole senza timer.
Il tramonto in spiaggia anziché il wallpaper del pc.
Solo una cosa non cambia: 24h sono sempre poche. I giochi passano troppo in fretta.
Questa è davvero la mia estate e ieri è stato il mio terzo giorno di ferie.
Ho usato il primo per fare le valigie e sistemare casa in modo che, al rientro, non trovassi i giocattoli e i batuffoli di polvere che hanno scatenato l’inferno in totale autogestione.
Il secondo giorno a camminare tra le bancarelle di due mercatini, nuotare credendomi la Pellegrini del Salento, prendere porzioni di sole da ricovero nel centro ustioni e mangiare tiramisù.
Il terzo ho deciso di dividermi tra i massaggi per riprendermi dalle nuotate selvagge – ora me ne sto stesa sul bagnasciuga -, mare, ancora sole (no, non sono ancora color cioccolata fondente), pasta fredda, libri, riviste, passeggiate e cocktail (anche il simi mojito analcolico per bambini).
Il fatto è che è uno sporco lavoro.
Ah… l’estate.