Figurine e futuri broker
Ve la ricordate la storia delle figurine?
Gli stickers e gli album che viaggiavano accoppiati.
Andavate in edicola con aria supplichevole pensando che l’edicolante fosse il custode del segreto del contenuto e avreste barattato pure una settimana di merende pur di non trovare un altro doppione. Ma lui no, non cede di un millimetro. Che stronzo!
Lo pensavamo ma non potevamo dirlo. Fascia protetta.
Questa fase, di solito, dura dai cinque ai nove (massimo dieci) anni, poi gli interessi cambiano e invece degli stickers si incorniciano i poster o si appiccicano all’interno delle ante dell’armadio.
Io ero in fissa per Poochie. No, ditemi che ve la ricordate vi prego! L’adoravo.
Poi son passata ai Take That e agli stickers che c’erano sulla copertina adesiva di Cioè. Ci riempivo la Smemoranda.
Lui eterno peter pan, non ha mai superato quella fase in cui si abbandonano le figurine e si passano ai poster. Cioè, è passato ai poster tappezzando la sua stanza prima e quella di First, adesso, ma non ha mai rinunciato alle figurine.
Nonostante domenica mattina avessimo la possibilità di dormire un’ora in più, Lui impavido e determinato, ha impostato la sveglia ad un orario non riportabile per decenza, ha svegliato First e si sono diretti insieme verso il mercatino dell’usato. Quello dove, ogni terza domenica del mese, si azzannano e sgomitano per trovare le figurine che mancano per il raggiungimento dell’agognato album completo.
Scambi, contrattazioni, sguardi da duro e proposte indecenti.
Alla fine un minimo di bottino lo si porta a casa. Almeno un’altra pagina completa. Almeno.
Tornano insieme come gladiatori che stringono il trofeo di guerra e se provo a dire qualcosa a Lui la risposta è: “Tu non capisci. Chiedi a qualche pedagogista. Io lo faccio per First, perché trasmettergli una passione è importantissimo! E poi, ogni domenica, impara a sgomitare e inventare strategie per ottenere quello che vuole. Sono lezioni di vita queste!”
Sono lezioni di vita. E se non fosse che odio quell’aria di cameratismo che si respira al loro rientro, gli darei quasi ragione talmente che ne è convinto.
A scuola gli insegnano la comunicazione come se fosse in trincea ad affrontare le sfide del marketing.
A casa Lui gli insegna le contrattazioni commerciali. Mi immagino la scena: entrambi su un tavolo, luce fioca, nuvolone di fumo di sigaro e voce da duro. Comprano e vendono calciatori come se non ci fosse un domani.
Non oso pensare a cosa ne verrà fuori.
Un broker che vende le azioni della Panini. Ecco cosa stiamo crescendo.
Mpf!
Io invece adoro quelle serate in cui mio figlio e il mio compagno guardano la partita insieme. Mi piace che sia un momento tutto per loro….ed io….mi “allontano” semplicemente andando in camera a leggere o a veder la tv….da sola….evviva!!!!
È per quanto riguarda le figurine…..Apriti cielo!!!! Possiamo aprire un sito ad hoc…..NON NE POSSO PIÙ’……ci calciatori, pokemon….adesso va di moda un altro tra i bimbi che ancora devo capire come si chiama…..
Mamma mia.. temo il futuro…Come sarà la peste? Io ero una piaga delle figurine ma poi ero costretta ad interrompere!
perchè odi l’aria di cameratismo tra di loro? padre e figlio che condividono un momento per fare una cosa insieme mi sembra bello
Non è che odio l’aria di cameratismo “tra loro”. Odio l’aria di cameratismo a prescindere 🙂
La complicità, invece, mi piace è ovvio.
Bis, non te la prendere, anche io rosico quando vanno in giro per modellini di star wars e poi si chiudono per ore a montarli e dipingerli! La mia analista mi suggerisce di aprire la porta ed uscire quando si fanno queste chiuse a due escludendo il resto del mondo! Pare faccia tanto bene a loro…..ed anche a me. Il segreto è uscire con la SUA carta di credito! Ti bacio!
hahahahaha grande! 😀
Muahahahahahah!!!! Anche io adoravo Poochie e avevo pure i timbrini ♥