Il libro della vita: la mia recensione del film
Per la serie cinema in famiglia a tema Halloween, ieri io, Lui e i bambini abbiamo guardato insieme Il libro della vita dopo averlo scaricato da iTunes.
Il libro della vita: la storia
Il palcoscenico è quello del Messico, precisamente quello della città di San Angel.
Nei cartoni come nella vita: una donna bellissima è capace di minare l’amicizia – fino a quel momento – solida, tra due baldi giovani. Questo triangolo arriva a destare l’attenzione di due divinità, La Muerte e il suo compagno Xibalba. La Muerte e Xibalba giocano a scommettere su chi tra i due uomini riuscirà a conquistare il cuore di Maria.
Manolo è un giovane diviso tra soddisfare le aspettative della sua famiglia che lo vorrebbe torero professionista e seguire le volontà del suo cuore intrappolato tra le corde della sua chitarra. Joaquin è il secondo pretendente di Maria.
Il triangolo amoroso e i conseguenti corteggiamenti si svolgono durante la festa in onore degli antenati e dei cari defunti, sulla scia di un viaggio iniziatico tra due universi – la Terra dei Ricordati e quella dei Dimenticati – che Manolo intraprenderà nell’estremo tentativo di ricongiungersi all’amata.
Il mio parere su Il libro della vita
Il libro della vita mi è piaciuto molto. Sia dal punto di vista della fotografia ma soprattutto della trama.
Una storia che interpreta il tema del passaggio tra la vita e la morte con originalità e semplicità coinvolgendo anche le tradizioni più radicate nella cultura messicana: il giorno dei morti è una festa per gli occhi di chi si sofferma a guardare con attenzione le bellissime e coloratissime inquadrature.
Geniale il modo in cui viene descritto sia il canale di comunicazione tra la dimensione dei vivi e quella dei morti che l’alternanza tra vita e morte come garanzia dell’ordine cosmico.
Bellissima e azzeccatissima la colonna sonora.