Insegnare l’inglese ai bambini [conoscete ISE KIDDY ENGLISH ?]
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“Mommy, our fishes are red!”
“Cosa?”
Mi guarda scocciata e con aria di sufficienza. Sospira.
“Mommy, our fishes are red!”
Sbalordita dalla pronuncia perfetta la guardo (senza aria di sufficienza) e le chiedo: “Swami dove hai sentito questa frase?”
“Mommy, our fishes are red!”
“Ok, ho capito che i nostri pesci sono rossi, ma lo sai che lo hai detto proprio bene? Sei molto brava”
“Certo mamma – e sostituendo l’aria di sufficienza con un’ atteggiamento da donna vissuta – tutto quello che so me lo ha insegnato Dora l’Esploratrice.”
Ma certo, è vero, Dora. E io che pensavo fosse merito dei cartoni animati in madrelingua e con i sottotitoli in inglese per i quali ho speso quanto per una rinosettoplastica. Illusa me.
Anche se no, non demordo.
La maestra di Francesco sostiene che ogni stimolo è importante, ecco il perché di libri, dvd ed esercitazioni home made.
Ero convinta bastassero a integrare quello che fa già la scuola pubblica. Illusa me. Due volte.
Presa coscienza di questo fatto, quest’estate ho cercato in tutti i luoghi e in tutti i laghi dei campi estivi in cui fosse prevista una full immersion nella lingua inglese.
Ho pensato che avrebbero potuto divertirsi e imparare.
Alla fine della fiera, o trovavo campus con pseudo programmi per bambini ma che in realtà erano stati confezionati per adolescenti e poi mal adattati a esserini più bassi, oppure cose noiosissime che mi facevano venire i sensi di colpa solo al pensiero di mandarceli per un’intera estate.
Per un mese intero, per tutta la durata della ricerca strategica, sono stata catalogata come la madre crudele, degenere e anaffettiva che vorrebbe far studiare in continuazione i propri figli senza dar loro tregua e farli divertire.
A chi puntava il dito però, sfuggivano due particolari: il primo è che alla base della mia ricerca c’era il presupposto di trovare un ambiente giocoso in cui si parlasse esclusivamente inglese; il secondo è che i bambini, se vengono messi di fronte alla difficoltà di comunicare trovano il modo di aggirare l’ostacolo. Questo modo si chiama “imparare una seconda lingua”.
Perché questa mania? Perché l’importanza di una buona conoscenza dell’inglese è innegabile: oltre a consentire di viaggiare praticamente ovunque e di comunicare con persone di nazionalità diverse, oggi è un requisito indispensabile per fare carriera o nel mondo del lavoro o in quello accademico. Chi fa finta di non accorgersene sta praticamente mettendosi due filetti di sogliola sugli occhi negando l’evidenza.
Quello che però molte persone scordano è che i bambini e gli adolescenti possono apprendere lingue nuove molto più facilmente degli adulti ottenendo risultati di gran lunga migliori, soprattutto con la pronuncia. I bambini sono dotati di una predisposizione innata per l’acquisizione del linguaggio, imparando così le lingue senza sforzo. Siccome però questa capacità comincia a decrescere verso i 6 anni, fino ai 12 anni è importante far imparare una seconda lingua al bambino il prima possibile, ovvero nei primi anni di vita.
Nei miei esperimenti ho capito che il metodo migliore per insegnare l’inglese ai bambini è farli conversare con qualcuno (madrelingua) al quale non poter dire: “uffa, ridimmelo in italiano che non ho capito”.
L’ho capito durante un viaggio in cui hanno dovuto sforzarsi per comunicare con dei bambini scozzesi, ma alla fine ce l’hanno fatta e con grande soddisfazione.
Qualche giorno fa mi è arrivata una mail che mi informava che questo mese ha aperto a Milano la nuova sede (nel quartiere Garibaldi) di International School of Europe ISE Kiddy English e ho accettato di parlarvene perché si tratta di un argomento che mi sta comunque molto a cuore. Qui dove vivo io il ventaglio di opportunità di questo tipo è – purtroppo – molto ristretto e quello che si trova non è quasi mai all’altezza delle aspettative di noi genitori.
Qualche informazione su International School of Europe e su ISE Kiddy English
È il 1957 quando, con un piccolo gruppo di alunni, il Cav. Francesco Formiga apre la sua prima scuola in lingua inglese, l’International School of Milan, adottando i programmi didattici britannici.
Oggi, dopo cinquant’anni quella di International School of Europe, il network leader in Italia offre un’istruzione internazionale di alto livello in un contesto educativo unico e stimolante utilizzando l’inglese come lingua veicolare.
La nuova sede offre un’offerta formativa trasversale con la sua singolare composizione architettonica: oltre alle aule per la didattica sono presenti un creative center, una library, un’area gym, un’area gioco, una caffetteria e un giardino all’aperto di oltre 1000 m² con tanto di orto botanico, per favorire ed incentivare al massimo la socializzazione.
In questo contesto, ISE Kiddy English sarà il programma dedicato ai bambini dai 2 ai 6 anni che prevede un team di insegnanti d’eccezione: ISE si avvale infatti interamente di insegnanti madrelingua qualificati, che seguono il Primary Year Program, e ha una sede dedicata alla ricerca ed alla formazione del personale a Londra.
Il percorso di ISE Kiddy English sarà caratterizzato dall’uso esclusivo della lingua di riferimento, e dalla centralità della sperimentazione e del gioco per lo sviluppo: alle attività “classiche” di una scuola dell’infanzia saranno affiancati infatti lo sport, la tecnologia applicata, la musica e l’arte, per sviluppare armonicamente tutte le aree della personalità del bambino.
Questo è esattamente quello che cercavo per i miei figli. Purtroppo, però, 1200 km non mi permettere di fare la spola casa-scuola e scuola-casa.
Accidenti.