Check up, ipocondria e percorsi spirituali
Certo che io ne ho una concezione tridimensionale e il valore della parola rischio cambia a seconda della situazione.
Esempio: in ambito lavorativo mi piace prendere al volo le sfide e rischiare (sempre col salvagente eh, che c’è la crisi!) mettendomi in gioco; nelle relazioni interpersonali rischio molto meno.
Riguardo alla salute, invece, non rischio mai. Infatti, piccola parentesi fumo archiviata per cacasottaggine!
Tengo a bada quello che oserei definire “un principio di ipocondria” con lo slogan della pubblicità del dentifricio: “prevenire è meglio che curare”. Il massimo dell’adrenalina. Tipo che mangiare lo yogurt scaduto ieri è come fare bungee jumping no?
Affronto i controlli medici con innaturale tranquillità. E infatti con un po’ troppa spavalderia, per il mio trentunesimo compleanno, fase in cui di solito cominci ad avere le prime pare sul senso della vita e sulla fine della stessa, ho deciso di prenotare un’ecografia al seno.
La scorsa settimana, sono andata al centro di diagnostica. Tranquilla e beata come se stessi andando a un mercatino vintage con una mastercard tra le mani. Voi capite.
Nel tragitto gioco a tetris incastrando mentalmente gli impegni.
Nella sala d’attesa mando due mail, metto giù il Note e mi fermo. Guardo l’acquario (minchia! Ma perché ogni centro analisi ha un acquario?) e realizzo: Cazzo! E se non andasse bene?
Cioè, ok è un controllo, ma i controlli servono appunto per capire se è tutto ok, ma il risvolto cazzuto della medaglia è che può anche non esserlo.
E se stessi per morire?
Perché è chiaro che in questi casi, le mezze misure non esistono.
Nonostante si trattasse di una remoterrima ipotesi, mi sono lasciata sedurre dal panico e da quella botta di ansia che ti si piazza sul duodeno.
Ho stilato un veloce testamento immaginario (decidio io a chi vanno borse, scarpe e vestiti santo cielo!) e, arrivato il mio turno, sono entrata presa per mano con una riproduzione cartonata del fatalismo.
E mi sentivo pure pronta al trapasso, coraggiosa come un’amazzone che va in guerra. Gagliarda.
Il doc faceva su e giù con la sonda e io aspettavo il momento in cui avrebbe pronunciato quel mmm: classica anticamera del disastro. E invece.
Lui ha finito, mi ha passato un kilometro di scottex per asciugare il gel che era andato a finire anche sulle orecchie e si è messo al pc a digitare la diagnosi.
E nessuna tragedia all’orizzonte. Ero pure tentata di accendere una discussione. Io ero pronta al peggio Dio mio… e ora? Che me ne faccio di tutta quella preparazione mistico-spirituale?
“Ah, dimenticavo… lei fuma?”
“Non più!”
“Beve?”
“Responsabilmente” erano anni che aspettavo di dirlo a qualcuno.
“Ha subito traumi al seno? Tipo incidenti, scoppio di airbag, cinture di sicurezza che hanno schiacciato il seno in seguito a un urto?”
Se fossi uomo mi toccherei un attimo, ma “no, niente del genere”.
“Ha familiarità con il tumore al seno?”
“Ehm si. Anche se non vicinissima. Tipo mia zia c’entra?”
“Si, ma molto poco. Fosse stato un membro della famiglia d’origine avrebbe un’incidenza molto più alta.”
“Ah. Ok.”
“Ebbene – ha detto davvero ebbene! – lei è la paziente modello. Rischio bassissimo e quadro clinico perfetto. Ci rivediamo fra sei mesi per controllare che non produca più latte. Unico neo della situazione.”
“Ok.”
Ah beh. No perché avevo pagato per qualcosa eh.
E quel qualcosa dice che sono ancora una mucca carolina. No buono.
Capisco l’ansia da sala d’aspetto la provo anch’io ogni volta che vado a fare un esame tipo eco al seno. Ma io che allatto da 29 mesi non mi libererò mai più del latte?
Si ….non c’è dubbio: sei ipocondriaca!!!!!
Io invece sono l’esatto contrario…..non do mai peso a nulla…penso sempre…”vabbè passerà”….e non è una buona cosa lo so….ci vorrebbe una via di mezzo!!!
Moonlitgirl
Ahahah in realtà non sono proprio ipocondriaca, solo che non mi era passato per la mente che potesse andare male e appena ci ho pensato m’è venuto il panico.
hai ancora latte?? ma allatti ancora???
No. Il problema è proprio lì!
Insomma, devo prepararmi anch’io a un futuro da mucca: diciotto mesi di Purulla e qui si puppa ancora. Io ho un marito ipocondriaco, forse è pure peggio!
io produco ancora latte e non allatto più da oltre 1 anno, ma mi hanno detto che non è un problema!!?! perché è un neo?? baci Pat
Io non allatto da 20 mesi, i dotti dovrebbero essere ormai chiusi. Io ho quelli di una puerpera. Questo potrebbe essere sintomo di iperprolattinemia. Vedremo.
hai ancora latte? ma quanto tempo ha il tuo secondogenito??
comunque hai fatto bene a controllarti…anche io qualche settimana fa ho fatto check up completo dal ginecologo che mi ha fatto pure eco al seno (tutto apposto) e ho scritto un post per invitare tutte le donne ad andare a fare un controllo che è sempre meglio prevenire che curare… (e siccome so di donne che il ginecologo meno lo vedono meglio è….)
Lei ha quasi 3 anni. Sob.