Parto distocico: l’utilità dell’ecografia in sala parto
Un parto distocico, ossia che si allontana dalla fisiologia ed in cui possono verificarsi anomalie e difficoltà, incide sul 40% circa dei parti.
Ancora oggi, la diagnosi viene fatta attraverso la sola visita ostetrica, è poco diffusa l’ecografia in sala parto, e poche tecnologie sono state approntate per il monitoraggio del travaglio.
L’ecografia ha rivoluzionato la semeiotica ostetrica classica e se per decenni il focus prevalente è stato il
feto, ossia lo screening delle malformazioni fetali e delle anomalie di crescita fetale, più di recente l’interesse è stato rivolto all’evento Travaglio di Parto.
Ecografia in sala parto nei casi di parto distocico
“L’ecografia in sala parto” è stata al centro dell’incontro rivolto a ginecologi ed ostetriche, presso l’Eutylia
Academy, che ha visto l’intervento a Napoli, dei massimi esperti del campo.
Presenti, insieme all’Amministratore Delegato Eutylia, Vito Esposito e ad una platea di 100 partecipanti, il Prof. Enrico Maria Ferrazzi, Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità complessa di Ostetricia e del Mangiagalli Center, che ha aperto i lavori con l’“Evoluzione antropologica del parto”.
Il Prof. Tullio Ghi, Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia e Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia (Dipartimento di Area Materno-Infantile) Azienda ospedaliera Universitaria di Parma, ha affrontato le Evidenze obiettive ecografiche dei fenomeni meccanici del parto e le Evidenze scientifiche e le linee guida per la ecografia in sala parto. Infine, la dott.ssa Floriana Carbone, Dirigente Medico in Ostetricia e Ginecologia, presso la Mangiagalli Policlinico Milano IRCCS Ca Granda e membro del comitato SIEOG di Ecografia in Sala Parto, ha illustrato alcuni casi clinici ecografici di distocie del periodo espulsivo ed il ruolo dell’ecografia nella diagnosi di sproporzione feto pelvica.
L’Ecografia intrapartum rappresenta una metodica di grande potenzialità, che consente di valutare in
maniera obiettiva la posizione, la stazione, la discesa e la rotazione della testa fetale nel canale da parto. In tal modo, è possibile seguire il travaglio in modo più obiettivo rispetto alla sola visita ostetrica, diagnosticare tempestivamente una distocia e prendere la scelta più opportuna in tempo utile, tra il ricorso ad un parto operativo oppure ad un taglio cesareo intrapartum.
Da studi in letteratura emerge con sempre maggiore evidenza che l’utilizzo dell’ecografia in sala parto è di utile supporto per la gestione di un travaglio ostruito e fornisce una documentazione dell’andamento del travaglio.
Più di recente, si sta formando a livello scientifico una vera e propria scuola di “pelvimetria ecografica” che consente di valutare il bacino della donna in maniera oggettiva e paziente-specifico: questa valutazione diventa essenziale al fine di diagnosticare la sproporzione feto-pelvica e consente di adottare la migliore strategia di condotta clinica, ad esempio scegliendo di offrire l’induzione ad un timing appropriato.
“L’ecografia ostetrica sovrapubica e perineale in corso di travaglio è uno strumento utile per ridurre i rischi connessi a quel complesso fenomeno che è il travaglio di parto”, afferma l’AD Eutylia Vito Esposito.