Faccende domestiche: 7 consigli per motivare i bambini
Non siamo una famiglia normale se consideriamo gli orari in cui usciamo/rientriamo/mangiamo/facciamo la qualunque.
Cosa c’entrano gli orari con la normalità? Beh, quando le famiglie normali stanno digerendo il pranzo, io sto ancora cucinando. Idem per la cena: negli orari in cui normalmente tutti sono già a letto o si dedicano alla sublime arte del cazzeggio, noi dobbiamo ancora sederci a tavola.
Ecco perché, nella mia famiglia, forse più che nelle altre, è essenziale e necessario che tutti aiutino tutti e che i bambini imparino a includere le faccende domestiche nella routine quotidiana.
Ho delle amiche che continuano a fare distinzioni tra maschio e femmina: lei deve imparare a pulire e cucinare altrimenti come farà quando troverà l’amore?
Io rispondo sempre così: “E se poi da grande tuo figlio ti dice di essere gay e va a convivere con un altro uomo figlio di una donna con la tua stessa mentalità saranno costretti a mangiare trippa in scatola, 4 salti in padella e sofficini per l’eternità”. Di solito ottengo sguardi molto molto brutti.
Quello che però a me interessa, non è insegnare ai bambini a fare le faccende domestiche in previsione del futuro, in fondo stiamo parlando di cose che si possono imparare in qualsiasi momento, secondo me, basta solo il buon senso, ma voglio passare loro il concetto di saper vivere in comunità. Perché anche il vivere in due comporta compromessi e doveri, oltre che piaceri.
Quello che ripeto sempre è: “ti piacerebbe se io lasciassi in giro le mie cose e tu fossi costretto/a a raccogliere e mettere in ordine tutto? Ti sembra giusto e rispettoso nei confronti di un’altra persona?”
Di solito, in questo modo, ottengo collaborazione. Che poi, ogni tanto, tendo a premiare. Sono sempre bambini eh.
Qualche tempo fa, mi capitò di leggere un articolo nel quale veniva intervistato Richard Rende, psicologo dello sviluppo e co autore del libro Raising Can-Do Kids.
Secondo la sua opinione, infatti, decenni di studi dimostrano i benefici dei lavori domestici a livello accademico, emotivo e persino professionale.
Pare che affidare ai piccoli alcuni lavoretti aumenti in loro il senso di fiducia in se stessi e di responsabilità.
E chi sono io per impedirgli di crescere responsabili, con una forte autostima e per compromettergli la futura vita professionale? Nessuno. Quindi diciamo sì all’aiuto dei bambini nelle faccende domestiche.
I miei hanno cominciato ad aiutarmi da quando erano piccoli.
Al momento del pranzo io e Lui cuciniamo mentre loro apparecchiano e/o preparano l’insalata (ovviamente per fare questo ho tenuto conto dei consigli di Maya Azzarà per creare una casa a misura di bambini), sanno che se io dedico delle ore alla pulizia della casa loro devono risistemare le loro camere e darmi una mano a passare l’aspirapolvere o a spolverare, se prendono un gioco devono rimetterlo al suo posto prima di prenderne un altro e cominciare un nuovo gioco, sanno che quando rientriamo devono controllare se la Lola ha cibo e acqua, dopo colazione sparecchiano insieme e cose del genere.
Però ho notato che, a seconda del mio comportamento, loro sono più motivati ad aiutarmi. Ecco cosa faccio in particolare.
7 consigli per motivare i bambini ad aiutare i genitori nelle faccende domestiche
- “Facciamo!” e non “Fai!”: per una migliore cooperazione non bisogna mai dire: “fai i tuoi lavori”, ma “facciamo i nostri lavoretti”, questo sottolinea che essi non sono solo un dovere ma soprattutto un prendersi cura degli altri componenti della famiglia oltre che della casa in cui viviamo;
- Momenti prestabiliti da dedicare alle faccende domestiche: segnate i lavori da compiere sul calendario, come fosse la lezione di piano o la partita di calcio;
- Motivate i bambini, sempre: uno studio compiuto su 149 bambini tra 3 e 6 anni ha mostrato che ringraziare i bambini per essere stati ottimi aiutanti aumenta il loro desiderio di dare una mano. Sono motivati dall’idea di creare un’identità positiva conosciuta come qualcuno che aiuta gli altri;
- Niente lamentele: non legate mai le faccende domestiche alle punizioni e, soprattutto, non lamentatevi. Se comincerete a lamentarvi voi non riuscirete a parlare dei lavori di casa con un tono neutro o positivo. Ok, non dovrete mica ringraziare il cielo di avere l’onore di lavare i piatti, ma neanche maledire ogni giorno quel momento;
- Scegliete bene i compiti da assegnare ai bambini: per promuovere comportamenti empatici, i lavori che assegnate ai bambini dovrebbero essere di routine e implicare la cura dell’intera famiglia; aiutare nel bucato di tutti e non solo fare il proprio, pulire la cucina e non sistemare solo la propria camera etc…
- Fare le faccende domestiche non aumenta la paghetta: ho notato che promettere qualcosa in cambio delle faccende domestiche svolte non è mai una buona idea. Pare ci siano anche delle ricerche in merito che dicono che le ricompense possono abbassare la motivazione di un bimbo trasformando un atto altruistico in una transazione commerciale, io ho notato che quando dovevano avere un premio il loro lavoro veniva svolto con meno voglia ma più velocità solo per arrivare il prima possibile al traguardo finale;
- Pulire casa come in un videogames: per me è semplice perché ho due bambini di età diversa: uno svolge i lavori con livello di difficoltà medio, l’altra con livello di difficoltà basso e io e Lui con livello di difficoltà alto. Man mano loro acquistano maggiori responsabilità, per esempio partiamo dallo smistamento dei vestiti per arrivare poi al carico della lavatrice.
Intanto, per rimanere in tema, abbiamo ricevuto il nuovo Dyson Fluffy V6 da testare e ci piace così tanto che i bambini se lo contendono per chi lo deve passare. Il fatto che sia senza fili ci aiuta moltissimo visto che noi abbiamo una casa a due piani e possiamo pulire le scale senza ricorrere allo swiffer (o lo sniffer, come direbbe l’Ernesta), ma anche trasportarlo da un piano all’altro senza problemi visto che è leggerissimo.
Ora lo tengo sempre dietro a una porta (prevalentemente quello della cucina perché Fluffy nasce come L’aspirapolvere in grado di aspirare i residui grossi senza spostarli da una parte all’altra), con la sua stazione di ricarica, ed essendo sempre a portata di mano il pavimento è più pulito: peli della Lola, croccantini, resti di cibo di pranzo o cena, non rimangono sul pavimento fino a che non posso passare l’aspirapolvere il giorno dopo.
Ma, a prescindere da tutto, la cosa fighissima è che è leggerissimo, maneggevole, bello e non ha il filo quindi perfettamente ha tutte le caratteristiche per essere usato da un bambino senza difficoltà. Non sottovalutate questo aspetto 😀
(Se volete avere info ancora più precise, scrivetemi nei commenti o via mail e sarò felice di rispondervi).
Qui un video un po’ divertente che spiega, in due minuti, che per me non importa chi sei, devi comunque dare una mano in casa e nelle faccende domestiche.
In due parole: non importa chi sei, comincia ad aspirare.
P.s. il video è caricato nel mio canale Youtube, se vi va di vedere anche gli altri video caricati e quelli che caricherò, iscrivetevi 😀
Se anche voi volete dichiarare guerra agli acari con un prodotto Dyson, potete farlo cliccando qui