False partenze
Ieri giornata pienissima. Una di quelle in cui non vorresti aprire l’agenda però, mentre sorseggi il cappuccino di soya, ti senti pervasa da una strana ondata di fiducia e affronti la sfida. Ma dai, è solo un planning no?
Ok, devo essere in due posti diametralmente opposti e che distano 10 km l’uno dall’altro e ho solo dieci minuti di buco, ma i problemi sono altri no? Giusto!
E so che posso farcela. E ho quella sensazione che sarà una giornata positiva. Diversa da quelle che nell’ultimo mese sono state grigie e piatte. So che è necessaria una reazione, e reazione sia.
In bagno, delle dosi generose di cipria, profumo e lipstick faranno il resto.
Bene. Nello specchio c’è una persona diversa. Una persona forte, che ha voglia di fare, di dire, di cantare, di scrivere. Una persona con una sbavatura di dentifricio sulla guancia destra, ma non è questo che importa.
I problemi sono altri no? Giusto!
Il giro è interminabile però tra la musica piacevole che passano in radio, l’aria fresca che entra dai finestrini aperti e la sensazione di libertà che ti regala guidare in città senza nessun altro in auto, arrivo all’ultima meta. L’ufficio postale. Finora, nonostante la fiducia al sapore di cappuccino, sul diario di viaggio conto due intoppi: un errore di battitura in un documento importante che tradotto vuol dire rifare richiesta e attendere tempi biblici per ottenere quello giusto e una multa; che se non prendi almeno una multa in centro ogni settimana, ma chi sei?Così, dopo i porconamenti di rito, entro in posta. E niente, ho lasciato le speranze di essere a casa per pranzo nel portaombrelli all’ingresso, tanto mica mi sarebbero servite.
Durante la fila interminabile ho pensato più volte di fotografare le scarpe delle persone che mi passavano davanti e postarle su Twitter. Per ripicca al fatto che fossero prima di me. Poi, alla vista di un paio di stivali leopardati con borchie e stringhe ho lasciato perdere. Erano troppo perfino per scarpedemerda fidatevi.
È il mio turno. Lode e gloria.
Mi avvicino allo sportello, appoggio il telefono e comincio a rispondere a qualche mail.
L’impiegata, al di là del vetro, mi guarda più volte e mi sorride.
In principio ho pensato fosse cortesia.
Poi che si fosse innamorata di me.
Poi stalking.
A un certo punto galvanizzata come se le avessero fatto una pera di red bull esordisce: “ti diverti eh?”.
Io le sparo uno sguardo con le sopracciglia a x e cerco di fanculizzarla col pensiero. Lei non coglie.
“Ti diverti col telefonino eh?”
“Veramente sto rispondendo a delle mail di lavoro.” Ma perché mi giustifico?
“Se se se. Dite tutti così. Mio figlio lo ha appena comprato uguale. Puoi disegnare e cancellare mi ha detto.”
“Si. Puoi anche telefonare, pensa un po’.”
“Lui l’ha pagato quattrocento euro in offerta ‘sto telefonino sai?”
“Eh si.”
“Ah, perché pure tu l’hai pagato quattrocento euro?”
“No.”
“E allora quanto?”
“Non lo so. A me li regalano per disegnarci su e cancellare. Mi ci diverto e poi li restituisco. Ha finito con le operazioni?”
“Si. Ma…”
Lo sguardo era di una che non sa se la stai perculando e deve lanciarti il timbro circolare o se, invece, hai detto la verità.
No, vabbè a me ‘ste cose fanno sbroccare. Perché ok che quella era anche una signora un po’ agé però basta un attimo con questa cosa che se ti vedono con uno smartphone stai giocando a tre sette con l’amico che sta in siberia. È sempre la stessa storia e non cambia. Comincio a stufarmi.
Evidentemente la soya del cappuccino era andata a male.
Dovrò lamentarmene al supermercato.
Magari domani eh.
Mi hai appena ricordato che devo pagare una multa! 😉 la vicina di casa dei miei lavora in posta…parla da sola e a voce alta mentre scende le scale condominiali. E ho detto tutto.
Bis, sai quanti giorni sono che rimando l’ufficio postale? CINQUE! E oggi, inesorabilmente mi tocca, me vorrei ammazzà! Ma ti rubo l’idea: fotografare quelli davanti a me con l’iphone…… sarà la mia unica consolazione, e se mi rode ci faccio anche un post per il mio blog! Quanto ti devo per questo “concept”‘?
Ho appena scoperto scarpedemerda, e’ fantastico!
Non ci credo O.O
Sei stata una grande!
Oddio ma scarpedemerda è troppo forte, non lo conoscevo!
Comunque per gli impiegati delle poste condivido in pieno, li scelgono col lanternino…
Io odio i luoghi comuni, e anche chi spara cazzate solo per dare aria al cervello…ed agli sportelli la popolazione di sparacazzate è bella florida!!!
Ma perchè gli impiegati delle poste sono tutti ugualmente SIMPATICI??????? ………..in fila, guardare i piedi è uno spasso, soffoco tante di quelle risate ad ammirare i movimenti che si fanno con le gambe, quando stiamo aspettando il nostro turno…sicuramente winner is, la signora un pò….che si toglie una scarpa e con il piede si gratta il polpaccio!!!!!! :-DDDD
Li selezionano e se non sono abbastanza fuori di testa li scartano ^__^
io adoro scarpedemerda!
veramente forte!!
Pure io adoro.
l’errore sta alla base… Dovevi prendere il biglietto in posta come prima cosa dopo il cappuccino di soia!
Ti svoltava la giornata
Sugli aneddoti in posta potrei scrivere un libro 🙂 Buona giornata Bis è sempre bello regalarsi una pausetta dalla tirannica scrivania (e dalla tirannica suocera)e leggerti!
Grazie ^__^