Il perché resteremo in quattro
Faccio orari lavorativi strani. Da turno al semaforo a volte. Ma mi piace.
Mi piace avere sempre qualcosa da fare e avere delle to do list lunghissime; nonostante le mie apparenti lamentele in alcuni giorni, non riesco a star ferma a girarmi i pollici, proprio non ce la faccio, è più forte di me. Per questo una delle frasi che sento spesso pronunciare è “eh ma devi sempre lavorare”.
E quando a pronunciarla sono i bambini, un po’ mi girano le pale eoliche perché so che hanno ragione e quindi non ho qualcosa di intelligente da dire per controbattere.
Per questo, cerco di conciliare maternità e lavoro magari mettendo il tutto nella stessa stanza e shackerando forte forte. Spesso il cocktail che ne esce fuori ha un sapore che ti stende, ma il più delle volte ne è valsa la pena. Forse.
Ma dicevo. Sabato avevo degli impegni di lavoro e quindi un po’ in giro, sebbene con i bimbi appiccicati uno a un fianco e l’altra alla coscia, ce l’ho fatta. Domenica, dovevo terminare delle cose (di lavoro, certo!) ho pensato di invitare un paio di loro amichetti per farli giocare insieme. Il pensiero è stato: ” se giocano insieme io potrò finire di lavorare, loro saranno contenti e alè, il mondo sarà un posto migliore”! Mai pianificare quando i soggetti delle previsioni sono alti meno di un metro e cinquanta. Presenti esclusi.
Quindi domenica, per fare un po’ la mamma del Mulino Bianco, mi sono alzata prestissimo (alle 8.30, all’alba praticamente) ho dato una parvenza di normalità alla casa, giusto quella patinatura che ti fa evitare l’irruzione immediata del’ufficiale sanitario durante il pranzo, ho preparato una torta (leggi ho buttato burro, latte, farina, lievito e uova nel Bimby e il robottino malefico ha preparato una torta paradiso) e sono andata a svegliare i piccoli me.
Bacetti, abbracci, lotta coi cuscini, morsi vari e lotta greco romana con risate (loro) e lividi (miei).
Hanno aspettato il primo pomeriggio gasatissimi. Swami continuava a mettere da parte giochini da regalare alla sua amichetta e Francesco organizzava l’ordine cronologico dei giochi della PS3 da proporre. Ho dovuto ridimensionare le aspettative e dire alla scimmietta che no, non era un incontro con la Caritas e a Francy che magari i gusti dei bambini in fatto di videogames potevano discostarsi un attimo dai giochi che lui aveva previsto che erano, nell’ordine, tutte le edizioni di Fifa dal 2010 al 2014 e tutte quelle di Pes dal 2009 al 2014.
Tutta questa premessa perché sono logorroica e il nocciolo della situazione è spesso avvolto da un sacco di polpa.
Il fatto è che domenica pomeriggio avevamo la casa invasa da 5 bambini sotto i 10 anni. Cinque. Bambini. Sotto i 10 anni.
Due femmine e tre maschi.
Un litigio ogni sette minuti, uno che faceva gli scherzi telefonici (col suo cellulare), l’altro che usava il balcone per comunicare ai passanti i nomi delle strade vicine, l’altro ancora che pensava che seminando qui e là briciole di biscotto, prima o poi sarebbe spuntato un albero e le femmine che sono comparse in cucina con uno strato di ombretto, rossetto, fondotinta e cipria che ricopriva loro tutta la faccia.
Saltelli che hanno messo a dura prova le travi del pavimento/soffitto e urletti che hanno lentamente torturato i miei timpani e quelli dei vicini di casa.
Uno pensa: sarebbe bello ampliare la famiglia. Poi invita gli amichetti dei figli ed è certo di non poter procreare per almeno due anni. Gli ovuli e gli spermatozoi si auto inibiscono impiccandosi tra una tuba di Falloppio e un’altra.
C’è chi è nata per fare la mamma sorridente che ama avere intorno tremila bimbi di diverse paternità. Io no.
Ecco perché sono certa che resteremo in quattro.
Io ogni tanto ci penso a diventare 5 mani succede quando sono sola sul divano a rilassarmi e loro dormono tutti!
come ti capisco!!! pensa che io volevo rimanere in due, e ora siamo in 4 con 2 maschietti che litigano anche per chi deve andare prima in bagno!!!!
manca la femmina, ma non importa, ci accontenteremo!!
5 tra tuoi e amichetti sono una squadra, una mandria, un gregge.
No no, anche noi rimarremo in 4. E invitiamo un amico alla volta!