Un week end sul Gargano: le Isole Tremiti
Durante il nostro week end sul Gargano abbiamo dedicato un’intera giornata alle Isole Tremiti.
Mi avevano parlato di queste isole usando solo superlativi. Le aspettative erano altissime.
Per farvi capire: io soffro di mal d’auto (ma anche mal di mare e d’aria), divento verde fino a che, in prossimità del collasso, il colorito torna normale per poi sbiadire fino ai toni del Pantone 000C, bianco candido per gli amici. Idem per Francesco.
E niente arrivati a Vieste ho deciso che essendo lì non potevo non prendere il coraggio a quattro mani (me ne ha prestate un paio la signora dell’agenzia viaggi che doveva vendermi i biglietti) e salire su quel traghetto. Me ne sarei sicuramente pentita se non l’avessi fatto.
Così ho fatto i biglietti per tre, i bambini sotto i sei anni non pagano, e ho comprato un pacco di sacchetti di plastica.
L’indomani mattina eravamo al porto venti minuti prima dell’imbarco per evitare che i posti all’esterno fossero occupati: volevo sfruttare a mio favore l’aria fresca del mare aperto per combattere l’eventuale malessere e, da ottimista, volevo godere appieno dei meravigliosi panorami.
Contrariamente a quello che mi aspettavo, la navigazione da Vieste verso le Isole Tremiti è stata tranquilla e mi ha permesso di respirare aria pulita e di rimanere più volte a bocca aperta.
Non sapevo che il traghetto avrebbe fatto sosta a Peschici. A guardarla dal basso la sensazione era quella di avere una città sospesa sulla testa come fosse una spada di Damocle. La scogliera era piena di costruzioni che si affacciavano sullo strapiombo di ennecento metri.
Dopo due ore e mezza di navigazione eravamo arrivati alle Isole Tremiti. Esattamente abbiamo attraccato nel piccolo porto di San Nicola.
I gabbiani erano lì, sulla banchina del porto, a darci il benvenuto.
Le isole Tremiti
L’arcipelago delle Isole Tremiti comprende 5 isole: San Domino, San Nicola, Cretaccio, Capraia e Pianosa. Le prime 4 sono vicine tra loro e raggiungibili via mare; Pianosa dista 12 miglia dal resto dell’arcipelago e non è raggiungibile, poiché riserva marina integrale. San Domino e San Nicola, le due isole abitate, sono visitabili in autonomia, anche a piedi; Capraia e Cretaccio sono accessibili tramite numerosi “Acqua-taxi” in partenza dalla mattina al pomeriggio. Noi abbiamo scelto di non sfidare ulteriormente la sorte e di visitare una sola isola, quella che, dicono, aveva più da dare: l’isola di San Nicola.
Appena arrivati, dopo aver cominciato a fare l’escursione (senza guida) abbiamo notato una cosa molto curiosa: l’isola è tappezzata di piastrelle sulle quali sono incise o dipinte delle citazioni delle canzoni di Lucio Dalla.
Chiedendo alla gente del posto e cercando su Google ho scoperto che Lucio Dalla aveva una grande villa alle Isole Tremiti, dove era solito trascorrere lunghi periodi di relax e dove faceva il vino.
L’isola appare come una terra in cui il tempo non è mai passato: sembra che tutto sia rimasto congelato al 1970.
Le Isole Tremiti per la loro bellezza sono state dichiarate dal 1989 Riserva Naturale. Presentano una costa alta e frastagliata, con splendidi archi naturali e grotte. Per questo, mi aspettavo di trovare molte più “strutture”, almeno sull’isola di San Nicola. E invece niente attrattive turistiche che non fossero panorami mozzafiato o il Castello dei Badiali.
L’isola è caratterizzata da una costa alta e rocciosa, su cui sono inserite le mura di difesa e le fortificazioni. Attraversando la porta posta nei pressi del porticciolo, si sale alla sommità dell’isola (c’è anche l’ascensore ma, a meno che non siate costretti, sebbene sia stancante, fate il percorso a piedi), percorrendo due rampe di scale lungo le quali si incontrano diversi posti di guardia e il bastione del cannone, che offre uno splendido punto panoramico da cui si abbraccia con lo sguardo l’isola di San Nicola e l’isola di Cretaccio.
Giunti alla sommità, all’interno delle mura, abbiamo visitato il paese, il Castello dei Badiali, con il Torrione Angioino e l’Abbazia di Santa Maria al Mare, fondata dai monaci Benedettini di Montecassino nel 1045.
Le Isole Tremiti vengono anche definite Isole Diomedee perché, secondo la leggenda, l’eroe troiano Diomede, in fuga da Troia dopo l’incendio, vi sbarcò con i suoi compagni e vi rimase fino alla morte. Sull’isola di San Nicola è infatti conservata la tomba di Diomede. La leggenda vuole che i compagni di Diomede, afflitti per la sua morte, vennero trasformati da Venere in diomedee, una particolare specie di gabbiani che vive solo alle Isole Tremiti.
Sono gabbiani ma si comportano come gattini in cerca di coccole: si lasciano avvicinare, fotografare e cercano di rubacchiare, qui e là, briciole di cibo. Come dei piccoli Yogi.
Un’isola un po’ magica capace di farti sentire sospesa in una bolla di sapone.
Il ritorno è stato traumatico, un po’ stile Titanic. Ma meglio non ricordarlo e rimanere con in testa queste foto piene di colori accentuati dai raggi del sole.
Meravigliose foto e meravigliosi posti. Mi hai fatta sognare 🙂