I love shopping con mia sorella
Non ho una crisi d’identità. Non mi sento la Kinsella – anche se mi piacerebbe.
Non voglio neanche parlare del libro che ha lo stesso titolo del post.
Voglio parlare delle uscite con mia sorella.
Voi penserete: Chi è tua sorella?
La sorella di Bismama, è detta affettuosamente LaMajor; sia perchè è stata equipaggiata di almeno due taglie di reggiseno in più, rispetto alla sottoscritta, sia perchè è la sorella maggiore.
E’ una donna di una manciata di anni più grande di me; è mamma da 3 anni e mezzo, di un meraviglioso bimbo di 9 anni. Avete letto bene, non sono i postumi di chissà quale sbronza. Il mio nipotazzo è stato adottato e viene dall’altro capo del mondo. Per me, però, è come se fosse nato qui e vissuto da sempre con noi. Se mi chiedete com’è nato e quando gli è uscito il primo dentino. Posso inventarmi un aneddoto ad hoc e state certi che, nella mia mente, corrisponderebbe a VERITA’.
(Non dovevo precisarlo eh? L’avete capito tutti che le allucinazioni sono la mia seconda piaga. E vabbé ognuno ha la sua croce!)
Non divaghiamo.
Quando io ero adolescente, il divario d’età – 13 anni – tra me e lei, sembrava davvero enorme.
Non avevamo interessi né argomenti in comune. Gusti diametralmente opposti. Io casual, lei chic.
Io sono sempre stata una caciarona.
Però sono camaleontica perché so essere in tiro ed elegante in movenze e linguaggio quando è necessario. Quando la situazione e gli interlocutori non richiedono particolare classe, battute e risate sonore diventano necessarie ai fini del divertimento.
Lei invece ha sempre avuto un po’ più di compostezza, una sorta di comportamento da noblesse oblige.
È anche sempre stata più, come dire, timida? Introversa, ecco.
Crescendo, entrambe, il baratro è sparito. Io sono rimasta così – sorpresi eh? – lei ha perso un po’ di inibizioni ed è diventata più estroversa e leggerissimamente – ora non è che possiamo esagerare – caciarona.
Tra noi, c’è rimasta al massimo una pozzanghera sulla quale, in qualche occasione, stendiamo un mantello che rubiamo a qualche principe azzurro – un puffo – di passaggio. E le diversità stanno a zero.
Uno di questi casi sono i pomeriggi di shopping – o anche spedizioni punitive al supermercato – fatti insieme.
L’altro ieri uno di questi episodi.
Ogni volta, rimango sconvolta. Nel senso che ogni uscita è oggetto di incontri particolari del terzo tipo e del verificarsi di situazioni paradossali.
Mi domando:
a) questi incontribarrasituazioni sono davvero del terzo tipo oppure è LaMajor a vederli così – o ad attirarli?
b) ha anche cominciato a fare uso di stupefacenti senza che io me ne accorgessi?
c) se si, devo farle cambiare fornitore?
Il rituale prevede che l’uscita cominci con gironzolata in macchina. In centro.
La radio è a palla. Ma non con canzoni tipo HunzHunzHunzHunz che prevedono finestrino abbassato, braccio di fuori e ascella pelosa rigorosamente in vista. Se c’è la sigaretta viene ancora meglio.
No. Scordatevelo.
Con LaMajor in macchina si ascolta – a palla, lo ripeto per chi si fosse sintonizzato adesso – TiAmo di U.Tozzi (dirige l’orchestra il maestro Pregadio. Pace all’anima sua).
Ma spaziamo anche sul pop, tipo SuDiNoi di Pupo o quando proprio va bene, che c’abbiamo l’umore alle stelle, Ancora di De Crescenzo.
Ora, io mi attrezzo con occhialo scuro e parrucca bionda. Posticci che rimuovo quando esco dalla macchina; ma quando ho i nani con me, sono riconoscibile e fregata. Ma direi soprattutto marchiata come QuellaCheAscoltaPupoATuttoVolume. Ho la lettera scarlatta appiccicata in fronte!
Fortunatamente non siamo ancora alla fase di Gelato al cioccolato. Perché a quello proprio non resisterei. Meglio la flagellazione nella piazza pubblica per oltraggio al pudore che girare con un gelato al cioccolato che esce dalle casse a volumi non consentiti dalla legge.
Quando usciamo e siamo insieme si verificano sempre robe stranissime.
Tipo che LaMajor deve dare la precedenza a destra – perché le regole del Codice della Strada dicono questo – ma lei, avendo un suo personalissimo codice, imbruttisce chiunque non la faccia passare per prima. Anche se a dover passare è una signora sull’ottantina, sulle strisce pedonali, che è appena uscita dallo studio del medico (in corrispondenza del marciapiede dove comincia la zebra), che ansima come un centometrista ubriaco e che probabilmente, ha già un piede nella fossa. L’ottantenne in questione, deve – e dico DEVE – attraversare la zebra in meno di 7 secondi. 5 + 2 di recupero.
La scena è questa.
LaMajor vede l’anziana signora che deve attraversare. Mossa da spirito compassionevole si ferma e la fa un cenno con la mano affinché lei attraversi. Accenna anche un sorriso di circostanza.
Ecco. Se l’anziana signora ha un’incedere che al confronto una lumaca stanca è simile a flash, mia sorella comincia a spazientirsi. Comincia a dire “Si, vabbè. Io ti faccio passà – non perché è un suo diritto, viste le strisce, ma solo per gentile concessione eh! – ma vedi di muoverti. Bella!”
Ma povera donna – LaMajor, non l’anziana – i pedoni lenti, capitano sempre tutti a lei. Mi verrebbe da autoeleggermi Assessore alle varie ed eventuali e proporre una riunione sulla soluzione al problema dei pedoni lenti. Ci sarà pure un parco faunistico dove mandarli a pascolare, no?
Dopo aver incontrato due pedoni inconcludenti e tre automobilisti che non le cedono il diritto di precedenza, arriviamo a destinazione. Il centro estetico dove deve fare la doccia solare.
Ecco. I posti che frequenta sono sempre pullulanti di gente bizzarra. Non lo fa apposta, ne viene attratta come il ferro dalla calamita.
Io aspetto nella hall con Second e assisto a una telefonata che ha dell’incredibile.
Coppia di 60enni settentrionali (quelli che dicono Và a dà via i ciap) parlano al cellulare con un uomo che è ancora al loro paese e che dovrebbe raggiungerli qui in vacanza.
La coppia chiede all’amico di recuperare alcune cose che hanno dimenticato a casa e di portargliele qui appena verrà.
Ovviamente io sentivo solo chi avevo di fronte, la conversazione non era in vivavoce.
“Allora nè, vai in camera della Suzy…”
Vi giuro che diceva SuZy.
“…e prendi la felpa. Si da quando siam qui fa un freddo nè? Abbiamo gelato!”
Non siam mica nella jungla. Esistono migliaia di negozi, griffati e non, dove poter comprare una merdosissima felpa. Che è? Vi fa schifo arricchire un’altra regione? O c’avete il braccino corto?
“…poi nella scarpiera. Apri tutte le antine che non so dove sono. Ho dimenticato le scarpe. Si, portacele. Quelle di entrambi è ovvio. Guarda non ti dico che disagio nè? Per una settimana non abbiamo camminato!”
A questo punto ero basita. Braccino corto. Ovvio!
E comunque saranno stati parenti di Tarzan. Si spostavano volando di liana in liana.
Probabilmente pensano di essere in vacanza in Congo. È sicuro!
“Cosa? La grappa? Beh, o porti giù la felpa o la grappa. È ovvio nè?”
A parte che il nè comincia a starmi sulle palle come un’incudine, ma poi che ragionamento del cacchio è: o la felpa o la grappa.
Se fa freddo ti sbronzi e quindi ti scaldi?
Spiegatemelo vi prego!
Non ho mai sentito una conversazione più assurda di questa! Ma continuano.
“…no l’albergo è piccolo. Da Internet sembrava diverso, ma l’è piccinin. E poi guarda una delusione. Non si vede il mare dalla finestra. Paghiamo 40€ a notte e non si vede neppure il mare nè!”
Arrrrgh al prossimo nè gli stacco le rotule e gioco a calcetto!
Con 40€ volevi pure la jacuzzi in camera e l’autista che ti portasse al mare? Mettiti un poster, ed è pure troppo!
“Si c’è una palestra dentro l’hotel, ma è piccola e con pochi attrezzi. Una delusione guarda!”
La conversazione si chiude dopo i saluti di rito e le raccomandazioni di ricordarsi della felpa, delle scarpe – che sennò ci tocca fluttuare per tutto il mese – e in alternativa della grappa.
E’ evidente che pensano che qua siamo al terzo mondo che queste cose non si trovano manco a pagarle a peso d’oro. Chiaro il messaggio subliminale no?
Va beh!
Lei, la 60enne di sesso femminile mi guarda e mi punta la nana che fa le prove di locomozione.
“Oh ma che bella, ma quanto ha? 2 anni?”
“Ehm no, ne ha solo uno. Se ne avesse due camminerebbe da sola!”
“Ah, e come si chiama? Come si chiama questa bella bimba? Me lo dici nè?”
Mi trattengo dal vomitarle addosso una vasca di insulti educati e rispondo io al posto della nana.
“Si chiama Second!”
“Apperò, un bel nome alternativo. Molto Peace&Love, molto figlia dei fiori. Avete avuto coraggio a chiamarla così”
Ho detto che si chiama Second (che poi lei ha un nome alternativo si, ma mica da cogliona a vita) mica Ermenegilda o Venceslaa!!
“Mmh” Mi esce solo una specie di grugnito. Davvero poco simpatico, ma è un’avvisaglia. Questa mi sta troppo sulle palle.
“Lei è davvero giovane. Questa non è sua figlia vero? È bellissima!”
Cioè articola e spiegamelo. Io sarei un cesso?
“Si è mia figlia. Dicono tutti somigli a me! E poi ne ho un altro di 6 anni.”
Tiè!
“Ma io non trovo somigli a lei.”
Sto per commettere un omicidio ma la frase che dice mi blocca. È come se fossi rimasta a mezz’aria col paracadute.
“Beh comunque ha fatto bene a farli ora, da giovane intendo. Così ha un pensiero in meno nè!”
Se mi avesse detto “Ah hai fatto la colonscopia? Beh è una gran rottura di balle ma prima o poi tutti ci devono passare….”
UGUALE!
Fare figli è una tappa obbligata e prima lo fai prima ti levi il “pensiero”? No perché mi sa che non ho capito. Fare figli sarebbe un “impegno” elencato tra le cose da fare prima dei 30 anni?
Abbattetela. Vi prego fatelo fare a me. Lo faccio delicatamente.
Con la ceretta. La cospargo tutta di ceretta e poi di strisce di carta. Sai che divertimento!
Sto per risponderle e ho la lingua che sta assumendo la connotazione biforcuta e le mani in pappa con la ceretta, quando arriva mia sorella, capisce che sto per sbottare contro la sconosciuta e mi porta via.
Salvandola dall’estirpazione di ogni pelo del suo corpo -superfluo e non.
Ce ne siamo tornate a casa ascoltando, a tutto volume naturalmente, Piccola Katy dei Pooh.
E si. Il momento topico richiedeva quella melodia.
Bis, mi fai morì!
Spera di incontrare la sessantenne assurda la prossima volta che tua sorella si accosta alle strisce pedonali…non sia mai che frena troppo in là…
I Pooh sono/erano di Bergamo, forse anche quelli senza felpa.
Salutami LaMajor 😀
beh guarda per queste scene dovresti proprio trasferirti in centro a Milano. Lì sì che ti divertiresti!
Anzi, probabilmente faresti ‘na strage di simpaticoni…
@Simona: tranquilla non ho frainteso intendevo semplicemente dire che se hai un bimbo che soffre di mal d’auto le pippe mentali vengono in automatico. Io mi rendo conto che cerco di correggergli anche la posizione in cui sta seduto per paura. Prevenire è meglio che curare…ahaha
Guarda anche a me piacerebbe fare ai lov sciopping con mia sorella, invece ho un’orso di fratello che non fa manco la spesa….Quindi:bello!
piesse: appproposito di mio fratello, bis, mi sa che hai frainteso le mie parole del post, hai ragione non è una pippa mentale dei genitori è una cosa fisica e questo lo so bene. Hai presente il fratello mio di prima? Brava, proprio lui, era come il tuo piccino…
Anzi un bacio al cucciolo!Ci sta tutto! 😀
@Nuvola: guarda mia mamma non ha fatto alcun massaggio. Devi solo sperare che tua figlia prenda dalla zia 😀
Anche io ho una sorella più grande. 8 anni di divario incolmabile fino a quando anch’io ho messo al mondo una prole e finalmente abbiamo avuto qualcosa di cui parlare (tristess)…ma soprattutto, e non capisco perchè, molte misure di reggiseno oltre la mia per le quali ho rosicato fino a quando in gravidanza ho capito che io e 2 tette enormi siamo incompatibili! Visto che c’hai questa cosa anche tu con una sorella maggiore penso ci debba essere una causa comune (ancora da individuare, però!).Mia madre dice che a lei ha fatto un massaggio particolare quando è nata che a me non ha fatto(il che spiegherebbe la mia situazione vicina al deserto)…ma non so se ritenerla una roba credibile. Intanto l’ho fatto anch’io alla mia piccolina per il ‘non si sa mai’. Così da grande potrà almeno ringraziarmi di aver contribuito al suo davanzale. Spero solo di non aver esagerato con il massaggio. Maggiorata noooooooo.
@Grace: grazie, mi fai arrossire.
Uhm..premettendo che me la sono goduta questa lettura come una granita alla menta in un caldo pomeriggio d’estate…
Sei veramente brava a scrivere…mi hai fatto sorridere in molti punti…
Ehm…dicevo…fatta questa premessa:
il maestro Pregadio non è mica morto NE’!
Hahahaha!
Baci
a nord-ovest diciamo “l’e’ piSCinin”.
nord.
sud.
est.
ovest.
ovunque si vada le persone che danno sui nervi si trovano.
@Ele: sai prima pensavo che la nostra differenza d’età non si sarebbe mai appianata. Mi sbagliavo.
@Navigo: dillo a me. Io l’avrei affogata nella ceretta.
@pollywantsacracker: ci ho provato. Non lo rifarò!
@Speedy Mamy: guarda a me Nordest o Nordovest mi davano il nervoso!!
@Siredward: Si..se stavo un altro pò dicevano che avevano la SPA in camera…ahahaha hai centrato in pieno!
Sono i classici vecchietti che vanno alla pensione “margherita” e agli amici del bar (dove vanno tutte le mattine a farsi il bianchino) raccontano di andare in un bellissimo hotel 5 stelle: bauscia!
Ruben
mo’… il “nè/é” è tipico dell’nord-ovest, mentre “l’è piccinin” l’ho sempre sentita nel nord-est..6 stata fortissima a descriverli 🙂
conosco mooolto bene certe espressioni e ti dico che spesso parlano, come hai scritto tu, senza pause, virgole soggetto, complemento oggetto.. 1 parola, dico UNA è il riassuntissimo di 3-5 frasi di senso compiuto tue.
ci sono traduttori appositi che non ho ancora scoperto ove acquistarli, mi ci sono.. lo so.. esistono perchè se si mettono di impegno riescono a formulare frasi normali.
quindi la frase
“Lei è davvero giovane. Questa non è sua figlia vero? E’ bellissima!”
in realtà sono 3 diverse, di cui 1 complimento perchè 6 giovane, quindi la costernazione che cosi giovane hai avuto una bambina; ed è bellissima, riferita alla bimba e basta.. nell’esclamazione aveva dimenticato di inserire un mega punto.
ps: senza offesa.. ogni luogo ha le sue abitudini parlifere. 🙂
anche a mio fratello, che è un tipo un po’, ehm, colorato, piace la musica vintage…sulle prime mi faceva vergognare, poi ho scoperto una cosa super fica, prova e vedrai che poi il cd di alan sorrenti/pupo/tozzi te lo compri anche tu.
in pratica metti a tutto volume, apri i finestrini, e al semaforo cominci a ballare proprio da tunzettara impasticcata…dovresti vedere le facce che fanno…noi lo facciamo con “Tripoli 69” di Patty Pravo. e anche le bimbe si divertono un sacco!
quindi la signora avesse incontrato me, avrebbe sentenziato che sono una sfigata in ritardo per un figlio…
‘nammo bene!
Peccato sia arrivata sorata, io la scena del pucio nella ceretta l’avrei voluta leggere nè!
Che bello avere una sorella, a me è mancato tanto, pensa che ho un fratellone e un fratellino, ma una sorella l’avrei voluta volentieri.
@Panzallaria: ahahaha e si. Mica micio micio bau bau!
L’Inps ringrazia tua sorella. Per ogni ottantenne pensionato cronico preso sotto, lei vince 200 punti Inps di quelli che potrà riscuotere direttamente da Brunetta al compimento del 65mo anno di vita. Mica pizza e fichi eh? 😉