Mangiare l’ananas aiuta a bruciare i grassi… oppure no?
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Quante volte avete sentito dire, in maniera convinta, da amiche e parenti che mangiare l’ananas aiuta a bruciare i grassi (e quindi a dimagrire)?
O che, come l’ananas, esistono altri cibi che hanno magici poteri dimagranti?
Gente convinta che, ingurgitando un kilo e mezzo di ananas di sera, si sarebbe risvegliata, al mattino successivo, con il corpo di Naomi Campbell.
Io l’ho sentito dire un migliaio di volte e sì, devo ammetterlo, ci ho anche un po’ creduto. Fino a che qualcuno non mi ha levato le fette di mortazza che avevo sugli occhi e mi ha dotata di filtri di buon senso.
Circa un mese fa, sono stata invitata, insieme ad altri blogger, a un progetto molto interessante che riguarda i falsi miti alimentari; l’obiettivo è quello di scovare i miti e le leggende più resistenti legati all’alimentazione (di adulti, bambini etc…) e di analizzarne la veridicità. In due parole, andremo insieme alla ricerca del vaccino antibufala e proveremo a capire in primis come aggirare il problema della disinformazione in rete (la nostra tendenza ad essere omofili e ad aggregarci a chi ce la racconta semplice è la prima causa della viralizzazione di informazioni errate) e, principalmente, cercheremo di sfatare quanti più miti alimentari possibili.
Oggi ho deciso di parlare dell’ananas che aiuta a bruciare i grassi perché è una delle convinzioni (errate) sugli alimenti che ho sentito più spesso.
Grazie a internet e alla velocità con cui abbiamo imparato a fare rete, accade che un’informazione sbagliata a furia di essere ripetuta e condivisa, diventi – apparentemente – verità.
Grazie a questo progetto, ho avuto l’opportunità di sedermi a una tavola rotonda con un nutrizionista e più esperti di comunicazione: il primo mi ha aiutata a capire cosa e perché un mito alimentare è tale, mentre con il secondo abbiamo ragionato sul perché nascano i miti e le leggende e su come riescano a diffondersi così facilmente nel web.
Beh, le conclusioni sono:
- a noi popolo della rete piace molto il catastrofismo alimentare
- spesso, troppo spesso, non vengono verificate le fonti di una notizia prima di condividerla; la storia della medicina è costellata dall’interpretazione sbagliata dell’attendibilità delle fonti.
Un esempio? Lo sapevate che la bieta contiene – naturalmente – dieci volte la quantità di nitrati consentita nei salumi? Eppure ci prodighiamo a ingurgitare etti di verdura pensando che le conseguenze non possano essere che positive.
Tra le altre, una delle cose che ho potuto imparare e che mi è rimasta impressa è che è la dose che fa il veleno. Lo diceva Paracelso e aveva ragione.
E ovviamente, la stessa legge vale anche per il contrario… è la dose che crea il beneficio.
Quindi la domanda che mi sono posta è: può un’affermazione così semplice “l’ananas aiuta a bruciare i grassi” essere vera? Lo è per tutti? Io, un bambino e una persona anziana, abbiamo lo stesso metabolismo e quindi il meccanismo sarà uguale per tutti oppure no? Se l’ananas aiuta veramente a bruciare i grassi, allora per i bambini sarà pericoloso mangiarne in eccesso. E qual è l’eccesso? E quanto il minimo da mangiare per trarne un beneficio reale?
Queste domande non me le ero mai poste prima perché presa dall’equazione “informazione semplice = informazione facilmente comprensibile = informazione vera”. Poi ci ho pensato, a fondo, e ho capito che più è semplice la soluzione, meno potrà essere vera.
Queste sono state le mie domande agli esperti.
Questa la risposta della nutrizionista e biologa dottoressa Valeria Del Balzo.
Le proprietà dell’ananas sono quelle tipiche di qualsiasi altro frutto sia tropicale che locale.
In letteratura, alcuni lavori non più recenti, avevano evidenziato che, nei ratti, un estratto alcolico dell’ananas aveva una leggera azione ipolipimezzante. (J Pharmacol Sci. 2007 Mar;103(3):267-74. Hypolipidemic mechanisms of Ananas comosus L. leaves in mice: different from fibrates but similar to statins)
Questo ha fatto credere che chi mangia ananas brucia i grassi. Ma non è così; questi studi sono stati condotti su ratti e poi abbandonati perché non riproducibili sull’uomo… [clicca qui per continuare a leggere la risposta dell’esperto].
E voi? Avete dei miti, dei dubbi, delle domande da fare agli esperti?
Se volete unirvi a noi ambassador, diventare dei myth busters e partecipare alla #OperazioneFalsiMiti!
Basta usare Twitter, Facebook o Instagram per segnalarci la bufala alimentare da voi scovata in rete condividendola con l’hashtag #OperazioneFalsiMiti oppure raccontandola in un post sul vostro blog e comunicandoci il link.
Potete scoprire di più su Ore17 e su YourBrand.Camp.