Rio 2016: insegnare ai bambini la passione per lo sport
Come si fa a insegnare ai bambini la passione per lo sport? E soprattutto, si può fare?
Ho seguito Rio 2016. L’ho seguito perché amo lo sport, perché ho una figlia sportiva che fa agonismo, perché mi piace ispirarmi a quelle persone che lottano per superare ogni proprio limite, che sono caparbie, determinate, che non si lasciano abbattere, che inseguono i sogni e soprattutto, per insegnare ai bambini la passione per lo sport.
Quindi la risposta alla domanda iniziale è: sì, secondo me si può fare, ma bisognerebbe fare una premessa.
Insegnare ai bambini la passione per lo sport
Uno dei miei due figli fa sport a livello agonistico. Prima di trovare lo sport che la appassionava ne abbiamo cambiati 4: nuoto, danza, kung fu e infine, quello che pratica tuttora, pattinaggio artistico a rotelle. L’atleta è Swami.
Dietro a ogni gara c’è tanta preparazione, fatica, sudore, rinunce (stiamo rinunciando all’estate per la seconda volta perché si prepari per la prossima competizione), testardaggine e sorrisi per ogni piccolo passo in avanti.
Ma ci sono anche le lacrime, momenti di sconforto, cadute, piccoli infortuni, bocconi amari da ingoiare e spesso la passione, da sola, non basta a far sì che la mano non getti la spugna. Ci sono momenti in cui il perfezionismo prende il sopravvento, altri in cui vorresti mollare.
Per questo abbiamo guardato insieme le Olimpiadi di Rio 2016. In tv, sui social seguendo l’hashtag #PowertoItaliaTeam e le interviste realizzate da Vodafone, main sponsor del Coni.
Non abbiamo seguito l’#ItaliaTeam per alzare l’asticella delle mie/sue aspettative, ma per farle capire che dietro tanto successo c’è e ci deve essere tanta forza di volontà.
I sorrisi che mi hanno più colpito sono stati quelli di Carlotta Ferlito, Erika Fasana, Elisa Meneghini e Martina Rizzelli, le ginnaste della Nazionale Italiana.
Sicuramente le Olimpiadi non sono andate come avrebbero voluto ma #pazzesco, #grandioso, #incredibile, #sorrisoni sono gli hashtag che hanno scelto di accoppiare all’esperienza di Rio 2016. Sorrisi e soddisfazione.
Per me, insegnare ai bambini la passione per lo sport è questo: sorrisoni per ogni passo in avanti.
Arrivare a Rio 2016 e vedersi portare via il bronzo dalle mani non è piacevole, ma arrivare a Rio 2016 è stato, è e sarà per sempre il loro sogno che si è avverato. Quel sogno che ha ripagato ogni goccia di sudore e ogni dolore muscolare. Quel sogno che nessuno potrà mai portare loro via.
Lei, guardando la ginnastica artistica a bocca aperta, mi ha detto: “non saprei mai fare quello che fanno loro”. Io le ho risposto che quando quelle atlete avevano la sua età dicevano la stessa cosa e che il segreto stava nella passione e nella voglia di farcela, sempre e comunque. Ha annuito sorridendo.
Fra pochi giorni ci aspetta una nuova sfida, un’altra competizione. Non sarà Rio 2016, ma lei vive (e io accanto a lei sempre) ogni sfida come se lo fosse. Questo è lo spirito adatto, in pista, come nella vita.