Rivoluzione
Perché ora? Perché i bambini sono più grandi e si intrattengono anche da soli (sì, c’è una luce in fondo al tunnel dei Lego o dei pannolini sporchi, credetemi), perché ora più di prima sento l’esigenza di uno spazio solo mio dove poter scrivere, pensare, leggere, appuntare, perché la scrittura è diventato il mio lavoro, perché scrivere a una scrivania e non sul divano, ti fa sentire più responsabile verso gli impegni presi.
Ma anche perché quel casino che c’era prima cozzava con la mia idea di ordine e perché dicono che rimettere ordine nei cassetti o nelle stanze serva a rimettere ordine anche dentro sé stessi.
Nonostante io esca ogni mattina per andare in ufficio e nonostante non sia una sostenitrice assoluta dell’home working (ha i suoi vantaggi ma preferisco il contatto con la gente) il mio studio è quella stanza in cui poter creare e pensare senza Peppa pig o Pippi Callzelunghe in sottofondo.
E poi non so voi ma io continuo a pensare a me come una ragazzina distratta che si trascina appresso una Smemoranda piena di ricordi raccolti ovunque, anche le stecche del ghiacciolo succhiate dal lui di turno. I miei coetanei sono gli adulti realizzati che pensano solo a lavorare senza godersi il mondo.
A 17 anni vedevo i 30 come la frontiera della libertà, non pensavo alle responsabilità ma solo alla possibilità di dire, fare, andare. Dovrò lavorare su questa cosa e la storia dello studio in ordine e della scrivania è il primo passo verso le responsabilità.
La scatola brandizzata è un regalo di Marlene, conteneva la mug che ora uso come portapenne e il mouse pad. Era il bottino di un giveaway. No ma ve li ricordate i giveaway? Mi sembra di parlare di preistoria, come fosse passato un secolo e invece sono solo tre anni fa. Ecco anche ‘sta cosa che qui sul web tutto vada alla velocità della luce mi piace, ma a volte perplime e divento una Mafalda qualsiasi.
Questa è una foto di uno dei miei fotografi preferiti Steve McCurry.
An image has power when tell a story. Io cerco di fare lo stesso ma soprattutto con le parole. Mi piace dargli potere e cercare di usarle come mezzo per fare arrivare sentimenti a chi le legge; un sorriso, una lacrima o un batticuore.
Le mie conchiglie che mi seguono da sempre. Uno scacciapensieri.
E il tulipano, il mio fiore preferito.
Ah sì, ci ho messo anche un grande tappeto.
Bello uno spazio tutto tuo…dovrebbe averlo di diritto ogni mamma in casa sua… 🙂
darling
piace tanto anche a me quel fotografo!
ma quando dici che i figli si intrattengono da soli intendi che vengono a giocare nel tappeto del tuo studio mentre tu lavori?
Quello è uno dei modi in cui si intrattengono sì. Ma stanno più tempo nella loro camera o in sala a giocare. Sul tappeto, comunque, non chiedono la mia presenza, è un traguardo 😀
Posso essere invidiosa all’ennesima potenza?
Lee
interessante. bella la foto del tuo mouse.
io pur essendoci uno studio in casa a volte scrivo con una papola agganciata alla schiena che si sporge e fa cou cou mamma , ma vabbè lasciamo stare
bella l’idea di uno studio tutto per te e che parla di te
condividiamo l’amore per i tulipani
buona settimana
Io scrivo in cucina. Un minuto di silenzio per me, grazie.
anche io scrivo in cucina…solidarietà!
Io scrivo in cameretta del pupo, state messe meglio voi forse
Perla
Ma quanto siete belle? Sembra di tornare alle chat del 99 in cui appena entravi in stanza PAM ti arrivava il messaggio privato “ciao da dove dgt?” “dalla cucina” :DDD
nuoooo non me la ricordavo più la scatola, che carina ad averla conservata…grazie e in bocca al lupo per tutto!
Crepi il lupo 🙂