Piccoli sogni che viaggiano veloci su 4 rotelle
Domenica è stata una giornata molto bella. Impegnativa, piena di aspettative, di cose da fare e outifit da provare. Ma anche di riflessioni.
Avete mai provato a cercare di capire cosa provano i bambini in alcune situazioni? Avete mai provato a pensare con la testa di un bambino? Io sì.
Ci ho pensato proprio domenica. Non sono costretti a confrontarsi con due sentimenti con i quali invece noi adulti abbiamo a che fare in abbondanza: vergogna e consapevolezza.
Non hanno vergogna se non siamo stati noi a inculcargliela.
Non hanno consapevolezza di molti sentimenti e di altrettante emozioni. Le vivono senza limiti lasciandosi travolgere.
Così per lei, per la piccola, il giorno del suo primo saggio di pattinaggio artistico era un giorno molto simile agli altri ma con un evento importante nel mezzo. Un evento per il quale si sentiva felice, emozionata ma non tesa e preoccupata. Non c’era paura di sbagliare.
La giornata è iniziata con una colazione, una rosa come si conviene con le ballerine prima di una prima (scusate il gioco di parole), un po’ di coccole e una manicure mamma – figlia.
Eravamo pronte per il parrucchiere. Cioè, lei era pronta per una seduta di trucco e parrucco.
Vivere lo spogliatoio con lei prima di un’esibizione è stato bellissimo. Ci ha rese più complici di quanto già non fossimo.
L’aria era freddissima ma frizzante e piena di urletti di piccole campionesse in fila per farsi pettinare e truccare.
Otto esibizioni (tra cui una vestita da Befana e con tanto di scopa), tanto sudore, milleducento foto, sorrisi e lacrime, un piccolo infortunio e tanto orgoglio.
Il pattinaggio artistico mi è sempre piaciuto moltissimo fin da quando ero piccola; mi piaceva veder volteggiare quei corpi con una sincronia quasi innaturale.
E vedere lei lì, tra quelle atlete che potrebbero essere il suo riflesso fra qualche anno, mi ha emozionata.
Lei è stata dolcissima e brava ma, sì lo so, sono di parte.
Dov’è la mancanza di consapevolezza e di vergogna? È qui. Esattamente è il momento in cui si gode applausi e complimenti.
Ora ci si prepara per le gare. Perché se si vuol essere campionesse bisogna guadagnarsi il titolo con tanto sudore e altrettanta dedizione. Noi intanto ci alleniamo.
Lei sui pattini e io a bordo campo a infonderle fiducia dopo ogni caduta.
Sul campo come nella vita.