Una piratessa che fa l’arbitro
Ci sono giorni in cui mi sento troppo Angelica (Penelope Cruz) in Pirati dei Caraibi. E il mio fido pappagallo con la residenza sulla spalla – come ogni piratessa che si rispetti – anziché chiedermi dei crackers, continua a ripetere “te l’avevo detto che quando saresti diventata mamma avresti capito”. E ha la voce di mio padre con il tono tipico che ha ogni “te l’avevo detto”. Quello del ganzo di quartiere più o meno.
E anche se ammetterlo mi costa quanto un’unghia spezzata subito dopo la french manicure, aveva ragione.
Ci sono cose che capisci solo dopo esserti riprodotta, per tutto il resto c’è la filosofia e l’immaginazione.Quello che non ti dicono, però, è che alcune cose le capisci solo quando il numero dei figli supera l’uno e hai a che fare con la parola fratelli. Il mistero della gestione dei dispetti tra fratelli è uno di questi.
Ci sono cose che capisci solo dopo esserti riprodotta, per tutto il resto c’è la filosofia e l’immaginazione.Quello che non ti dicono, però, è che alcune cose le capisci solo quando il numero dei figli supera l’uno e hai a che fare con la parola fratelli. Il mistero della gestione dei dispetti tra fratelli è uno di questi.
Una roba che manderebbe ai matti anche una squadra di monaci tibetani in ritiro spirituale da dieci anni. Non so voi, ma quando cominciano a beccarsi per l’ultimo ovetto kinder piuttosto che per il telecomando, io prenderei il trolley in una mano, un paio di bikini nell’altra e partirei volentieri con Orlando Bloom e tutta la ciurma.
Va bhe, con Orlando (ormai siamo in confidenza) potrei valutare di partirci a prescindere. Forse. Ma non c’entra.
Il fatto è che temo per la loro incolumità, allora mi spoglio dai panni di piratessa e vesto quelli della mamma saggia. Il tutto dura più o meno dieci minuti.
Va bhe, con Orlando (ormai siamo in confidenza) potrei valutare di partirci a prescindere. Forse. Ma non c’entra.
Il fatto è che temo per la loro incolumità, allora mi spoglio dai panni di piratessa e vesto quelli della mamma saggia. Il tutto dura più o meno dieci minuti.
Cerco di distrarli, di districare il twister in cui si ritrovano lottando sul tappeto, di gestirli, di calmarli. Poi, quando sento che la pazienza mi sta abbandonando conto fino a dieci, prendo un respirone enorme e… urlo! Loro si immobilizzano e riesco a separarli come fossi l’arbitro dell’incontro tra Rocky e Ivan Drago.
Loro anziché chiamare Adriana, però, urlano “mammaaaaaa” in contemporanea.
Loro anziché chiamare Adriana, però, urlano “mammaaaaaa” in contemporanea.
E poi il fatto è che non se le danno ma avviano una specie di battaglia psicologica urlandosi contro insulti degni di Barbie e Ken durante un litigio nello chalet di montagna.
Io, nel mezzo, coi nervi settati in modalità corda di violino, che vorrei aver comprato i tappi di cera, l’altra domenica alla Dechatlon. E invece.
Io, nel mezzo, coi nervi settati in modalità corda di violino, che vorrei aver comprato i tappi di cera, l’altra domenica alla Dechatlon. E invece.
Siamo in preadolescenza.
Ah! Come la vedo dura.
Pensa che io sono in una situazione peggiore. Ho un figlio con un cugino che sono cresciuti come fratelli, ma quando litigano devo stare attentissima a quello che dico o faccio, perché la mamma del cugino è suscettibile e guai se sgrido il figlio.
Io per ora sono lontana…ma ricordo bene come ero io… ed anche per chi era più semplice…è lunga lunga lunga e dura. se poi somiglia a me sono morta e sepolta, ma io ero giustificata perchè la mia infanzia è stata metà tra nazismo e segregazione, più o meno realmente. della serie che se esci di sera esci alle 19 ma alle 20 a casa. ????? Oppure discutere un anno intero alle medie per poter andare a scuola da sola e anche tornare. Insomma cose che per molti compagni erano la norma. Ma prima o poi finisce e ci si parla civilmente. Insomma la fase che sta tra piccoli e svezzati e pseudo adulti, passa..Che poi non è tutto sto dramma. è l’avventura di avere una famiglia e si cresce tutti assieme. Mi sembra molto triste privarsi di questa possibilità che sia uno due o tre, ma ognuno ha il suo modo di vedere le cose.
Per quel che mi riguarda, già sto impazzendo con un mini tornado, ma ne voglio un secondo e se sarà possibile pure il terzo! Siamo dei folli!!!!
due figli anche se non litigano sono impegantivi lo stesso, oltre alle esigenze di entrambi ci sono anche le dinamiche che si sviluppano fra i due e il coordinamento degli impegni per entrambi. Una volta ho chiesto ad una amica come le era venuta l’idea di fare il secondo figlio. Mi ha risposto che il primo era talmente buono che ha pensato di fare il secondo. Non ho risposto nulla, secondo me aveva detto una grande fesseria. E i fatti l’hanno dimostrato.
A voglia a dire che sono l’amore della vita, ste scatole, a che prezzo lo paghi? Secondo me chi dice questo è perchè ormai i figli li hai fatti e se li devi tenere, ma per una remora morale non riesce dire ad alta voce “ma chi me l’ha fatto fare?”.
Punti di vista, eh!
l’ho sempre detto, due figli sono troppi. Uno basta e avanza.
La soluzione sono tre figli. Uno dei tre fa sempre (magari a turno!) l’arbitro e mi chiama solo alla vista di abbondante sangue ;D! Ahahahha!
Mi sa che preferisci i Caraibi, vero!?
Io li lascio urlare tra di loro, adesso iniziano anche a darsele e allora intervengo senza schierarmi, entrambi seduti a pensare. Ho imparato che se dirimo io le controversie, loro non imparano e io mi stresso. Altro che trolley, io vorrei solo tonnellate di cioccolata.
Mi chiamano? Non rispondo.
Che dire? Una pessima mamma. E fiera di esserlo.
La cosa tragica è che i 10 minuti di arbitraggio zen te li puoi anche risparmiare, almeno qui…l’unica cosa che funziona è un urlo che possibilmente rompa anche tutti i vetri del circondario. Poi io da figlia unica mi devo anche confrontare con l’infrangersi del mito del Mulino Bianco… e hai voglia a mandar giù saccottini per compensazione!