Il carcere possibile… anche per le mamme

Il carcere possibile2
Quanti tipi di maternità esistono?
Ci sono le mamme chioccia, quelle imbranate (come me a volte), quelle iper ansiose, quelle che “io ti ho dato le ali adesso tocca a te usarle per volare”. Potrei andare avanti una settimana.
Poi, guardando al di là di quelle nuvole rosa di bambagia che avvolgono le maternità “normali”, ci sono quelle difficili. Ed è problematico vederle. Forse è ancora più problematico accettare di volerle vedere.
Ci ho provato una volta.
La scorsa settimana l’ho rifatto. Ho voluto guardare in faccia quelle realtà in cui galleggiano silenziosamente le donne, mamme in difficoltà. Non per curiosità ma perché penso che osservare altre situazioni ci faccia apprezzare meglio quella normalità che ci culla ogni giorno.
In qualità di blog angel  del progetto Idee per le Mamme, qualche giorno fa ho visitato una delle associazioni che sono state premiate da Dash per aver avuto un’Idea per le mamme che davvero avrebbe fatto la differenza. L’associazione in questione è “Il carcere possibile”.
Quando, in base alla mia residenza, ho saputo quale sarebbe stata l’associazione da visitare, sono stata contenta; avrei avuto modo di guardare anche quel lato oscuro della maternità e, nel mio piccolo, di poter fare qualcosa.
Perché guardare solo il lato bello delle cose è un po’ come amare solo i pregi di una persona e chiudere gli occhi per non vedere i difetti che potrebbero non piacerci.A volte vorrei fare lo struzzo e nascondere la testa sotto la sabbia, ma la mia vigliaccheria, la sentirei comunque urlare da fuori. Questa volta ho alzato la testa e sgranato gli occhi.
L’idea per le mamme de Il carcere possibile è questa:

Carcere Possibile Onlus – Delegazione di Bari ci chiede aiuto per la ristrutturazione di una stanza all’interno della casa circondariale per permettere l’incontro delle madri carcerate coi figli minori in un ambiente più sereno, allegro e quanto più normale possibile.

Sono partita carica di intenzioni e domande. Quando ho incontrato l’avv. Virginia Ambruosi Castellaneta, responsabile della delegazione di Bari, mi sono lasciata rapire dalle sue parole. I racconti della vita in carcere, la passione come ingrediente principale dei progetti, la voglia di aiutare altre persone che hanno commesso degli errori e li pagheranno per sempre (il carcere lascia un marchio di fabbrica indelebile in questa società).
Già la storia della nascita della delegazione di Bari preannuncia quanto impegno e quanta voglia di cambiamento ha chi ci lavora dentro. Nel 2010 l’avv. Ambruosi Castellaneta decide di voler fondare un’associazione in memoria del marito Giuseppe Castellaneta, avvocato penalista. Da qui in poi, in solo due anni, un susseguirsi di attività svolte per migliorare la vita dei detenuti e far sì che il carcere cancelli il suo ruolo punitivo acquisendo un’accezione rieducativa.
Tra i progetti in cantiere, fino a qualche mese fa, c’era anche Il carcere azzurro quello che poi, grazie al finanziamento di Dash (l’unico ricevuto in due anni), sta prendendo forma e diventerà a breve realtà. Questa la piantina di quanto verrà realizzato:

il carcere possibile 2

Una saletta d’attesa in cui anche i bimbi delle madri detenute potranno giocare, leggere libri o guardare un po’ la tv (nei tempi consentiti ovviamente) e un parlatorio per i bambini che verranno da fuori a visitare le madri detenute.
Perché non esiste un nido, una ludoteca (fantascienza), un luogo oltre la cella (escluse le due ore d’aria).
Esiste sicuramente un ambiente familiare e solidale nei confronti di questi bambini – anche se non interagiscono tra di loro se non durante le ore d’aria – ma c’è sempre un “ma” enorme quanto il peso della colpa della madre.
L’unica cosa di cui non vengono privati è il contatto mamma-figlio, ma quanto conta se il prezzo è quello della libertà?
È incoraggiante sentire parlare delle persone in un modo fiducioso. Significa che c’è speranza e voglia di costruire un futuro migliore. Un futuro in cui il carcere non sarà più la pattumiera della società dove buttare via dei rifiuti. Soprattutto se pensiamo che, lì in mezzo, insieme alle donne e mamme, ci sono anche i bambini che, fino ai tre anni, vivono con loro e che saranno gli attori di quel futuro. Se non spezziamo questo circolo vizioso, se non rendiamo (perché possiamo farlo tutti) il carcere un luogo rieducativo e non un posto dove covare rabbia per quella società che sembra averti dimenticato, non ce la faremo mai.
Bastano piccoli gesti. Un passo alla volta. Ogni progetto dell’associazione è stato realizzato o con l’autotassazione o con il ricavato di piccoli spettacoli teatrali.
Mi raccontavano del progetto con un’enfasi che si poteva toccare. Quando qualcuno crede in quello che fai non puoi non galvanizzarti per farlo ancora meglio.
Nonostante il finanziamento di Dash basterà a coprire solo una parte dei lavori della realizzazione della sala (le finestre senza sbarre con i vetri anti scasso costano moltissimo) l’associazione si è operata per trovare dei benefattori che donassero alcune cose mancanti, tipo la pittura per le pareti, ad esempio. Un aneddoto carino e che testimonia ancora una volta l’attaccamento al progetto è che la responsabile della delegazione di Bari, non darà l’ok alla pitturazione finché non troveranno la giusta tonalità di colore. Quella “adatta ai bambini”.
Queste persone cercano di costruire davvero (e non per citare una frase fatta) una società migliore, quella in cui cresceranno i nostri figli.
La sala e il parlatorio dovrebbero essere ultimati entro la fine dell’anno.
Alcuni dei progetti che sono in cantiere ma che sono in attesa di finanziamento mirano a creare un ponte tra il carcere e la vita fuori. Creare un legame tra le cooperative esterne e i detenuti affinché dopo la scarcerazione abbiano una possibilità di lavorare e rifarsi una vita normale.
Alcuni di questi, riguardano soprattutto le donne:
– progetto informatica: 1 pc per ogni due detenute per un totale di 40 h (€ 1.500,00 costo totale);
– orecchiette alla prigioniera: per imparare a produrre le orecchiette che sono una prelibatezza locale;
– laboratorio di uncinetto: 2 magliaie che cureranno il corso di formazione. L’associazione si occuperà della distribuzione dei prodotti in un negozio esterno (€ 2.700,00)
– laboratorio di cucina, cineforum e laboratorio di meditazione che sono tenuti da volontari, più che altro per offrire un’alternativa al tempo passato in cella con un muro di fronte.
Sono tante gocce nel mare, però.
Purtroppo, infatti, la situazione igienico sanitaria non è delle migliori. Anche a causa del sovraffollamento delle carceri. Ai detenuti, tra cui le donne e le  mamme, manca il sapone, a giorni anche l’acqua per la doccia, il necessario per provvedere alla pulizia delle celle, la carta igienica e mancheranno anche dei giocattoli o dei libri con cui riempire la sala d’attesa.  E lo so che, a questo punto, mi state leggendo nel pensiero.
Sono fortunata ad avere voi che mi leggete in tanti e vi chiedo di rispondere sempre in tanti, alla richiesta d’aiuto di queste donne che guardano la realtà attraverso delle strisce.
Quello che vi chiedo è, credo, davvero un piccolissimo gesto.
Cercate tra i giocattoli dei vostri bambini, sicuramente ce ne saranno alcuni, in buono stato, che non usano più. Prendeteli, teneteli in mano e sedetevi. Chiudete gli occhi. Riuscite a immaginare il sorriso di quei bambini che potranno usarli anche solo per un po’?
Stessa cosa vale anche per i beni necessari all’igiene: detergenti, saponi, carta igienica.
Spedite quello che potete. Veramente, anche un solo pacco è d’aiuto.
Manca poco a Natale, ma se non è Natale tutti i giorni, poi non è Natale mai.
Vi lascio qui i recapiti dell’associazione, so che saprete farne buon uso. Qualsiasi contributo, anche piccolo, sarà bene accetto.
L’indirizzo della delegazione di Bari dove potrete spedire quello che vi va:
Il carcere Possibile ONLUS – Delegazione di Bari
Via Calefati 399 – 70123 BARI
Per effettuare donazioni in denaro, invece:

a mezzo bollettino di c/c postale N. 85730307, intestato all’Associazione con specifica “Delegazione di Bari” oppure a mezzo bonifico bancario specificando, sempre nella causale, Delegazione di Bari (Monte Paschi di Siena – Napoli – Ag.12. IBAN : IT 26 T 01030 03412 000000268148 ).

Ovviamente se vi va di sharare questo post fatelo. Se avete un blog, potete anche farci un post con le foto di cosa mandate, sentitevi liberi di fare come vi pare ma facciamo qualcosa. ^__^
Più gocce cadranno, più l’arcobaleno sarà intenso.
Grazie fin da ora.

Spero di aver risposto anche tutte le vostre domande. Se non è così, potete farne delle altre anche nei commenti.

Hanno partecipato con un post:
Francesca di Ognunohailsuomotivo – Il carcere possibile

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Commenti

  1. mammamanager
    mammamanager 12 Novembre, 2012, 10:57

    bellissima iniziativa, ci faccio subito un post

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  2. Francesca
    Francesca 8 Novembre, 2012, 01:50

    Ma certo, accidenti. Raccolgo un po’ di cose e prima di impacchettarle e spedirle per Bari ci faccio un post.
    Grazie Serena per questo interessantissimo articolo. Sei una bella persona.

    Francesca

    Ps. Ti avviso quando pubblico 🙂

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  3. sorairo
    sorairo 7 Novembre, 2012, 15:36

    Appena potremo spedire, lo faremo subito e volentieri!
    è importante che i bambini vivano serenamente il raporto con la mamme anche se spesso le mamme che finiscono dentro possono non meritarselo. Non tutte, ma ci sono certi soggetti che non meritano nulla e lo dico dalla mia esperienza in comunità minori come assistita. Certo se madri in carcere e i loro figli fossero seguiti bene… di sicuro molte mamme rinsavirebbero e capirebbero le cazzate che han fatto finora.
    E poi, innocenti o meno, serve anche a loro avere un luogo dove stare coi bimbi in pace e magari anche lavarsi!

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  4. noi e il capo
    noi e il capo 7 Novembre, 2012, 11:46

    ho condiviso il tuo post sulla mia pagina di fb per le mie amiche mamme e non solo.e stasera guardo i giochi della piccola luisa e vediamo un pò di anticipare il natale.grazie!

    francy

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  5. Elegraf
    Elegraf 7 Novembre, 2012, 00:01

    Bellissima iniziativa e bellissimo il tuo post. Cercavo giusto qualcuno a cui dare i giocattoli che Stefano non usa più, ma ancora in buono stato.

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  6. Anonymous
    Anonymous 6 Novembre, 2012, 19:38

    Bellissimo post. Poesia…

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  7. Lily Bets
    Lily Bets 6 Novembre, 2012, 14:06

    Terro’ presente questa giusta e bella iniziativa.Spero di potere contribuire!

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  8. Anonymous
    Anonymous 6 Novembre, 2012, 13:29

    Raccoglierò dei giocattoli, qualche abitino dismesso e del sapone. grazie Bis per averci fatto conoscere questa realtà perchè poter aiutare fa stare bene anche con noi stessi
    P.

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  9. verdeacqua
    verdeacqua 6 Novembre, 2012, 13:19

    la mia tesi di laurea ha proprio riguardato questo problema che è a mio avviso molto importante. Perchè i bambini non hanno colpe e le loro madri, come dici giustamente tu, hanno bisogno di poter curare la loro ferita che lascerà sempre e comunque una cicatrice indelebile. Perchè tutti meritano una seconda possibilità e se ci sono dei bambini di mezzo questa diventa ancora di più una priorità per la nostra società. Mi metterò con il mio pupo a cercare qualcosa da spedire perchè lui ha sorriso tanto e spero che qualcosa di suo possa far sorridere anche loro.
    Brava, come sempre.

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  10. Giulia Viggiani
    Giulia Viggiani 6 Novembre, 2012, 12:52

    Conosci,a proposito, questa realtà?

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